Confiteor di Giovanni Testori al Festival del Teatro Patologico

Confiteor di Giovanni Testori al Festival del Teatro Patologico

Abbiamo visto per la XXVI Edizione del Festrival del Teatro Patologico Confiteor di Giovanni Testori in una emozionante edizione con la regia di Alfredo Traversa e l'interpretazione di Giuseppe Calamunaci Manitta e Antonella Fanigliulo.

 

Ospite della XXVI Edizione del Festival del Teatro Patologico ‘Premio Rita Sala’ presso il confortevole omonimo teatro sulla romana via Cassia – che gode della direzione artistica di Dario D’Ambrosi, ideatore e artefice di questo interessante ramo teatrale e a cui ci si dedica da anni, con passione e caparbia. La rassegna si è inaugurata con Krinò di Dario D’Ambrosi, un omaggio un ricordo per Rita Sala -personalità di riferimento per chi si scrive di critica teatrale – a un anno dalla sua scomparsa e per la quale si inaugura un premio a lei dedicato. La rassegna ha proseguito con un articolato programma, ha visto in scena Orgia di Pasolini con l’interpretazione di Mauro F. Cardinali e la regia di Enrico Maria Carraro Moda o anche un adattamento di Delitto e Castigo con la regia di Francesco Giuffré e fra i protagonisti Andrea Puglisi, un Anna Cappelli del mai abbastanza compianto Annibale Ruccello.

E veniamo allo spettacolo che ha attirato la mia attenzione, tale da farmi fare qualche chilometro da casa mia, per assistervi: Confiteor di Giovanni Testori, Premio IDI 1987. Scritto nel 1985 dall’autore della periferia milanese, tanto discusso quanto amato, scrittore, drammaturgo, pittore, critico d’arte, omosessuale e poi infine cattolico, Testori ha segnato con il suo coraggio la storia della letteratura e del teatro del 900. Un uomo che della contrapposizione, del cambiamento, del conflitto ne ha fatto una atroce sofferenza e al tempo un dono prezioso. In questi ultimi anni la sua opera drammaturgica viene riscoperta, grazie all’interesse di tanti uomini di teatro. Confiteor fu scritto per Franco Branciaroli (e diretto all’epoca dall’autore), attore che ebbe un lungo sodalizio artistico con Testori e al quale son dedicati altri testi: “In exitu” (1988), “Verbò” (1989), “Sfaust” (1990) e “Sdisorè” (1991).

In Confiteor vi si racconta di uno spaccato familiare in cui una Mater Strangosciàs se la deve vedere con due figli Rino e Nando, quest’ultimo affetto da handicap, ed è questo handicap che porterà all’esasperazione quel piccolo inequilibrio familiare. Anche il padre all’epoca non resse alla difficoltà di gestire un tale impegno e andò via. Una storia di violenza quotidiana, cristallizzata in un giorno d’estate. Quel 27 luglio in cui tutto è precipitato nell’abisso. Da lì prende le istanze il dramma Testoriano e da lì involve verso un tragico pietoso commovente finale. I due protagonisti: Giuseppe Calamunaci Manitta e Antonella Fanigliulo stretti nei loro abitini, da cerimonia Rino, da donna di casa la Mamma, unici testimoni rimasti di quel ricordo, con commozione rattenuta dirompente commossa officiano questo rito devoto e come una messa laica, fanno partecipi del loro dolore il pubblico accorso per assistere a questa ennesima offerta di un agnello sacrificale innocente. La loro unica colpa è quella, di non aver saputo capire a fondo la natura di una diversità. Una diversità così intima e carnale. Come ci si può rapportare ad una differenza se non cassarla, annullarla, dimenticarla.

Lo spettacolo in scena solo domenica 19 marzo fin da quando è nato ha compiuto un lungo tragitto un percorso che il Teatro della Fede propone nella sostanziale, schematica, accurata regia di Alfredo Traversa. La rassegna prosegue ancora il 24 con Chi ha suonato la sirena di Stefano Maria Palmintessa e il 25 e 26 marzo con Time Lapse di Giuseppe Meli. Vale la pena farci un salto per una riflessione che và oltre il rito del teatro.

 

XXVI Edizione Festival Del Teatro Patologico

Teatro Patologico, Roma

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