Come sarà la faccia dell'uomo tra 100 000 anni? Arte e ingegneria genetica si uniscono in questo progetto: quanto saremo diversi?
Arte e ingegneria genetica– Come sarà la faccia dell’uomo tra 100 000 anni? La rivista online Mother nature network riporta il progetto dell’artista e ricercatore Nickolay Lamm che ha deciso di voler predire il futuro: con l’aiuto di Alan Kwan, dottore di ricerca in genomica computazionale, ha elaborato uno studio che predice come saremo domani e perché. La coppia ha elaborato tre immagini che mostrano come sarà la faccia dell’uomo tra 20 000, 60 000 e 100 000 anni.
Oggi e tra 20 000 anni– Questi sopra sono i modelli a campione: la foto non ha alcun intervento di photoshop. Sotto invece abbiamo l’ipotesi della faccia dell’uomo tra 20 000 anni.
I cambiamenti non sono troppi, ma notiamo da subito una forma più larga della testa a causa della maggior estensione del cervello. Se facciamo poi attenzione agli occhi dei due modelli vedremo una luce gialla: Nickolay Lamm ipotizza l’omologazione di lenti quali i “Google glass”, potenziate e rese più efficaci. Per chi non lo sapesse, i Google glass sono gli occhiali in progettazione da Google: essi proiettano sulla retina una “realtà aumentata”, informazioni non visibili all’occhio umano e non percepibili tramite i cinque sensi. Che tempo farà, quando passerà il treno, cosa una persona ha pubblicato su facebook, quali indicazioni stradali percorrere.
Tra 60 000 anni– Tra 60 000 anni la testa sarà ancora più larga. Ma questo non è l’unico cambiamento. L’uomo vivrà ancora sulla terra? Forse no. Forse colonizzerà l’intero sistema solare. E allora servono occhi più grandi, perché si vivrà più lontano dal sole, e palpebre più spesse per la protezione dei raggi UV, perché si vivrà fuori dallo strato di ozono. Anche la pigmentazione cambierà.
Tra 100 000 anni– Come sarà la faccia dell’uomo tra 100 000 anni? Forse così. Con questi enormi occhi-manga che siano in grado di proteggere dalle radiazioni cosmiche e con la testa ancora più larga, ma perfettamente simmetrica tra destra e sinistra. Probabilmente non esisteranno segni dell’età e vivremo in un immutato presente per 200 anni, chi può dirlo quanto vivremo: il mondo sarà sempre più veloce, ma noi forse sempre più statici e identici, con la nostra eterna giovinezza. Lo studio di Nickolay Lamm e di Alan Kwan è uno spunto interessante sull’estetica del nostro futuro. E forse i cambiamenti che ipotizzano sono anche troppo riduttivi visto l’ampio utilizzo già odierno della chirurgia estetica. L’uomo probabilmente grazie alle tecniche acquisite dall’ingegneria genetica sarà in grado di rifoggiare se stesso.
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