Come nascono le buone idee? La simbiosi uomo-computer spiegata da Steve Johnson e Cleve Thompson: il web è l'equivalente del Salone del modernismo
Idee– Come nascono le buone idee? Steven Johnson dice che è una domanda che ci poniamo tutti. Vorremmo sapere come essere creativi, come apportare un miglioramento decisivo ai nostri progetti e tuttavia, mentre aspettiamo l’Eureka, non succede nulla. Il Guardian qualche giorno fa ha pubblicato un articolo nella sezione tecnologia: “Smarter than you think” (più intelligenti di quanto si pensi). È una riflessione sulla simbiosi Uomo-computer e porta avanti un nuovo punto di vista nel dibattito a proposito dell’influenza del web sulle nostre vite. Punto di vista che Steven Johnson condivide. Come nascono le buone idee? Così inizia la sua conferenza. Se vogliamo localizzare le buone idee da un punto di vista ambientale, così dice, esse nascono in schemi ricorrenti. Uno di questi è l’opposto dell’atteso Eureka: Johnson la chiama “Lenta intuizione”. Le idee hanno una lunga gestazione: si trovano sotto forma di singole intuizioni in uno spazio di incubazione nella nostra mente e possono volerci a volte anche 10 o 20 anni perché possano avere luce in forma di “idea di successo”. Il limite delle idee è che sono incomplete e possono costituirsi soltanto con l’incontro di altre intuizioni. E qui Steven Johnson cita i caffè illuministi e i saloni del modernismo: lì nascevano grandi idee di successo perché vi era l’incontro di più parti che si impegnavano nel processo creativo.
Il web come il Salone del modernismo– Insomma, le idee sono collisioni di intuizioni. Questa collisione risulta impossibile senza connettività. Oggi per rispondere alla domanda Come nascono le buone idee? bisogna parlare del web. Molti dicono che il multitasking e in particolare la passività di fronte ad alcuni tipi di media porterà le persone ad avere idee sempre meno complesse. Ma nelle situazioni bisogna essere capaci di guardare l’altro lato della medaglia: se l’impulso delle idee è sempre stata la connettività, allora il web è oggi il grande motore della creatività. Mai come oggi l’uomo è stato in grado di completare le sue idee attingendo a quelle degli altri, prendendole in prestito, modificandole, sfruttandole come stimoli. Connettività non è altro che “cambiare idee con altre persone”, dice Steve Johnson, e il web è oggi l’equivalente del Salone del modernismo.
Simbiosi uomo-computer– “Smarter than you think” nasce da un esperimento di simbiosi tra uomo e computer: se nel 1997 il campione di scacchi Garry Kasparov era stato battuto dal computer Deep Blue, Clive Thompson un anno dopo provò ad analizzare le potenzialità dell’ibrido uomo-macchina. Il risultato? La simbiosi era in grado di vincere sia contro l’uomo, sia contro un computer. L’intelligenza artificiale non era potente quanto “l’intelligenza amplificata”. Il campione Kasparov disse che giocando insieme ad un computer era molto più libero nel focalizzarsi sull’approccio creativo del gioco. “Con i computer” dice Thompson “l‘uomo potrà diagnosticare malattie, risolvere crimini, scrivere poesia e di diventare più intelligente di quanto non pensi”. La sua analisi prosegue con l’importanza dei mezzi digitali e dei social network per facilitare la creatività collaborativa, con una consapevolezza maggiore di ciò che succede nel mondo, allo stesso tempo riducendo il bisogno di memorizzare. Insomma, se Socrate condannava la scrittura, chissà cosa avrebbe detto del web.
COMMENTI
[…] visto quanto la tecnologia possa essere creativa e fonte di idee. Scegliamo quei momenti e portiamoli nella nostra vita, quelli che ristabiliscono il flusso del […]