Come affrontare i capricci del bambino

Come affrontare i capricci del bambino

I capricci dei bambini sono una manifestazione di uno stato di insofferenza. Come affrontarli?

Cosa sono i capricci – Per capriccio, si intende un linguaggio fatto di pianti, urla, agitazione psicomotoria ed ogni movimento o suono che viene utilizzato dal bambino per richiamare l’attenzione dei genitori. Spesso gli adulti associano alla parola capriccio un vizio, ma i capricci sono una richiesta dei bambini, che viene espressa in un linguaggio che spesso è incomprensibile ai genitori. Come affrontare i capricci dei bambini?

come affrontare i capricci dei bambini

Le tipologie di capricci – I capricci si possono suddividere in base alla fascia d’età: tra i 12 e i 18 mesi comunicano un disagio, una paura o un desiderio e solitamente indicano uno stato di insofferenza, manifestato rifiutando di stare seduto nel seggiolone, di vestirsi per uscire o indossare il pigiama alla sera. Verso i 2-3 anni, i capricci riguardano soprattutto la relazione con gli altri, infatti vengono manifestati al momento del rientro dal parco, quando il bambino si contende i giochi con gli altri bambini o dinanzi al no dei genitori alla richiesta di un regalo o di un dolce. Il capriccio comunque è quasi sempre una reazione del bimbo alle richieste manifestate dall’adulto. Il compito dei genitori è quello di educare i figli fin dai primi mesi, con il dialogo, facendolo sentire rispettato e importante.

Come affrontare i capricci – Per affrontare al meglio i capricci del bambino, bisogna giocare d’anticipo, riconoscendo i classici segnali da capriccio e passare al contrattacco: bisogna aprire un dialogo con il proprio figlio, anche se molto piccolo, spiegandogli come porre in maniera corretta una richiesta. Solo aiutandoli a esprimere i propri sentimenti si può evitare che scatti il capriccio, spiegandogli con calma cosa si può o non può fare. Spesso i genitori sono spaventati da capricci ed esplosioni di rabbia; invece non devono lasciarsi spaventare, la rabbia è un sentimento del tutto naturale, anche nei piccoli; anzi, devono aiutare il proprio figlio a esprimere cosa gli provoca fastidio.

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