...con l'invito ad una festa si potrebbe anche capire in che direzione va la tua vita?
Tutto comincia con un debito di gratitudine verso ‘Il soccombente’ di Thomas Bernhard il Fragile Show visto al teatro dell’Orologio di Roma. Lo mette in scena la Compagnia Biancofango di Francesca Macrì e Andrea Trapani e che conclude una trilogia iniziata dal duo con In punta di piedi del 2006 sul mondo del calcio ispirato a Pasolini proseguita con La Spallata tratto invece da I ricordi del sottosuolo di Dostoevskjj e che si conclude appunto con questo piccolo gioiello. Tutta la trilogia è pubblicata nel 2011 dalla casa editrice Titivillus e che si consiglia vivamente di leggere.
L’operazione che conducono i due fondatori di Biancofango, Francesca Macrì e Andrea Trapani – di cui si visto di recente il bellissimo Romeo e Giulietta all’India sempre qui a Roma operazione condotta con un gruppo di adolescenti – è un operazione chirurgica di scarnificazione su corpi fisici, e nel caso specifico sulla carne viva e palpitante di Andrea Trapani.
L’attore interagisce col pubblico per un’ora abbondante in un piccolo lembo di palcoscenico di un metro quadro per un metro quadro girando, imprecando intorno ad una piccola panca e poche volte se ne allontana per avvicinarsi agli spettatori ma solo quello rimane il suo terreno di azione e di riflessione.
Mastino è il protagonista della storia, ma di protagonisti ce ne son tanti e tutti impersonati dallo scoppiettante e rutilante camaleontismo di Andrea, è un quarantenne, musicista benestante, che nel corso della sua vita ha la fortuna di ascoltare o forse frequentare Glen Gould, il geniale pianista canadese famoso per il suo virtuosismo e la sua dedizione assoluta verso John Sebastian Bach, insomma quest’incontro traumatizzerà per sempre la sorte del pur sensibile Mastino.
Da quella panchina da cui osserva e considera il mondo a lui circostante – convocato per una rimpatriata di tutti amici – un mondo fatto di coetanei e colleghi musicisti sì, ma di amici che arrancano in un contesto artistico precario e volubile, chi più chi meno ha trovato nella sua meschinità la strada e il modo per sopravvivere. Questo giovane uomo osservando dalla sua postazione protetta, da quella panchina come fosse su cocuzzolo di una montagna osserva il mondo andare alla deriva e che lo porterà a prendere una decisione drastica con la quale interromperà per sempre, citando il più famoso Luigi Tenco, la sua breve e triste esistenza. Persone come Mastinaccio passerebbero per matti o personaggi strani ma in realtà son coloro che dotati di una sensibilità e di una autocritica autolesionista non possono sopravvivere a se stessi, non c’è posto per loro in una società omologata e come nel romanzo di Thomas Bernhard il suicidio diventa una soluzione drastica. Lui non sarà mai il numero uno sarà direttamente il numero due…
Un teatro da leggere ma soprattutto da vedere inciso sulla carne viva dell’interprete. La parola, il racconto non può prescindere dal corpo dell’attore, che in questo caso assume su di se tutti i personaggi della storia e non solo soffre, suda, strepita con loro, utilizza tutti gli strumenti in suo possesso e il culmine viene raggiunto quando sollecitato da tutti il protagonista esegue ad un piano scordato il suo Bach, ricordando il Maestro Gould, ma è una partitura sorda eseguita solo con una punteggiatura di piedi battuti a tempo, o come quando sempre Andrea Trapani con la mano destra poggiata sulla gamba come un metronomo batte un suo tempo musicale quasi fosse un Codice Braille, sono queste piccole cose che attraversano la serata con del talento prodigioso . Con l’aiuto di uno slang toscano Andrea Trapani veicola il tutto attraverso l’amara simpatia di quel popolo.
E l’ultimo chiuda la porta!
Mario Di Calo.
FRAGILE SHOW
scritto e diretto da Francesca Macrì e Andrea Trapani
con Andrea Trapani
Compagnia Biancofango
Teatro dell’Orologio di Roma
fino al 1 Febbraio
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