Chiude una casa di prostituzione clandestina: sarebbe stato meglio legalizzarla?
Il fatto – Era una rinomata casa di prostituzione e aveva un nome altrettanto favoloso, immaginifico: Hollywood. Era il bordello che si trovava a Cadenazzo, nel Canton Ticino, in cui lavoravano regolarmente una quarantina di prostitute, e che entro tre settimane chiuderà i battenti. Tollerata per dodici anni, la sua attività si conclude non per la crisi, ma per una decisione del Tribunale federale. Il locale, infatti, non era estraneo a questi inconvenienti: nel novembre 2013 il Municipio di Cadenazzo aveva ordinato al proprietario del bordello di “sospendere l’esercizio della prostituzione”. Ora, però, la decisione è irremovibile e la società proprietaria – così come le prostitute che ci lavoravano dentro – si dovrà arrangiare: c’è già in corso il progetto di una costruzione di una nuova casa di prostituzione in un altro comune.
Prostituzione sì o no – Le dispute fra chi è a favore della legalizzazione della prostituzione e chi decisamente vuole abolirla non trovano una via di sbocco e presentano, da entrambe le parti, delle giuste motivazioni. Il voler abolire e condannare la prostituzione come un reato, infatti, non fa in modo che essa non si verifichi ugualmente e per vie clandestine: e questo è il caso dell’Hollywood di Cadenazzo, che ha avuto una vita lunga perché tollerato fino ai limiti del possibile. Alcuni residenti, infatti, così commentavano: “La gente è stufa di sopportare il degrado e il traffico generato da queste attività e dalla presenza dei bordelli illegali. Ma perché non facciamo come per le case da gioco? Tre o quattro postriboli distribuiti sul territorio ticinese, tutto in regola, tasse pagate regolarmente (questa volta). E che siano lontano dai centri abitati, accidenti!”. D’altra parte, la legalizzazione delle case di prostituzione non garantisce a sua volta che la dinamica di sfruttamento delle donne da parte magnaccia termini immediatamente: sarebbe così, semplicemente un modo di incanalare il traffico della prostituzione in istituzioni legali, senza per questo risolvere i problemi e il degrado che persistono.
La trappola della legalizzazione – Accanto a chi lotta per la libertà delle sex workers, c’è chi, come la giornalista Mona Chollet di Le Monde diplomatique, si schiera decisamente contro la legalizzazione della prostituzione, definendola una trappola, un’utopia che non estirpa le radici del male: “volere la legalizzazione della prostituzione implica negare la sua dimensione sessista, ma anche occultare i rapporti di forza economici e sociali particolarmente violenti presenti in essa.” Lungi dal diventare un’attività da libero professioniste, la prostituzione non sarebbe altro che un nuovo traffico legalizzato, i cui benefici andrebbero comunque prima agli intermediari e poi alle professioniste –riproponendo ancora una volta la dinamica vittima-padrone – e sempre a sfavore delle donne. Inoltre, la giornalista riporta i dati di alcuni paesi che hanno legalizzato la prostituzione, come ad esempio la Germania: il traffico, però, non determinato un miglioramento delle condizioni di vita delle prostitute in questione. E per alcuni forse questo è abbastanza. Ma si può davvero pensare di estirpare il “mestiere più antico del mondo”?
COMMENTI
[…] Ricalcolo del Pil – Per mesi abbiamo sentito parlare di spread, bound o Pil. Della necessità di una crescita economica dell’Italia, in modo da risanare il debito. L’importante è far crescere il Pil (Prodotto Interno Lordo), il valore dei beni e dei servizi prodotti di un paese. E il governo Renzi adesso ci ha pensato per l’Italia: nelle scorse settimane ha dato ordine all’Istat di elaborare un nuovo Pil, utilizzando le regole statistiche del Sistema europeo di calcolo del 2010; ciò significa una cosa: includere, nella ricchezza del paese, tre attività considerate illegali: droga, contrabbando e prostituzione. […]
[…] trovato, con un semplice click, il sito web che in fin dei conti non faceva altro che indurre alla prostituzione. Del resto, Facebook, e più in generale il mondo di internet, è pieno di storie di intimità […]
Secondo me le donne dovrebbero essere lasciate libere di prostituirsi, senza avere sempre i riflettori addosso su cosa fanno o non fanno! Stesso discorso per i clienti che usufruiscono delle loro prestazioni.