Capita a volte… LE LACRIME DI GIULIETTA un omaggio a Giulietta Masina di Caterina Gramaglia

L’amore universale è la vita, e la vita stessa ne è gratificata ed arricchita quando si è vissuto così intensamente come ha fatto una donna speciale come Giulietta Masina.

 

C’è una delicatezza estrema, un pudore delicato nel tratteggiare in Le lacrime di Giulietta un personaggio noto come fu Giulietta Masina, che per gli italiani e per il mondo del cinema tutto ha rappresentato un’epoca, un modo di essere donna, attrice e compagna.

gramaglia

Nata a San Giorgio di Piano, in provincia di Bologna il 22 febbraio 1921 si distingue per i suoi nobili natali, difatti Gaetano suo papà era artista come lei, calca da subito le tavole del palcoscenico, respira fin da subito quell’odore unico che si imprime come un marchio sulla pelle fino ad incontrare colui che cambierà per sempre il corso della sua vita e con cui si accompagnerà fino alla morte: Federico Fellini.

Caterina Gramaglia ci racconta la sua Giulietta Masina per conto di H.E.R.S., rassegna di teatro femminile plurale, nuove drammaturgie e regie al femminile in scena al Teatro dell’Orologio dal 3 al 30 novembre e che l’aveva vista anche interprete di The white room dal 4 al 6 dicembre e che invece a conclusione della rassegna la vede ancora autrice ed interprete di Le lacrime di Giulietta con il sostegno produttivo di Sycamore T Company.  E lo fa in punta di piedi, con la discrezione e il rispetto che merita un’icona così nota. Fin dall’inizio, nel buio più totale la sua voce tremolante ed emozionata tratteggia la cifra dello spettacolo. Nel buio si illumina con una torcia i suoi passi calcando delle scarpine  argentate che riflettono luce cercando di non far rumore e con quella leggerezza silenziosa avanza raccontando la sua personale percezione, ci fa rivivere la grande attrice grazie anche a delle immagini di repertorio proiettate su di un mini schermo sullo sfondo e ad un musicista altrettanto discreto e silente, il maestro chitarrista Ennio Speranza che seduto per terra ed in disparte e a piedi scalzi, caso mai la dolce Giulietta potesse svegliarsi ed infastidirsi.

Come un calvario necessario da rivivere con noi e per noi, il nudo palcoscenico è disseminato di elementi o oggetti utili allo svolgimento dell’azione, fino a giungere ad un candido leggio dove staziona per la maggior parte del tempo l’attrice e dove grazie ad una sorta di intervista/inchiesta da parte di un cronista di cui ascoltiamo solo una sua voce soprannaturale ripercorre alcune tappe più importanti della vita dell’artista bolognese affrontando argomenti come appunto il divino o la maternità. Ed è un momento particolarmente doloroso affrontare quella brevissima gioia tramutata in tragedia, la nascita e la scomparsa del piccolo Federichino, morto a solo undici giorni di vita per sopravvenuta broncopolmonite. Ed è altrettanto straziante quando la Gramaglia intona le note – ottima cantante dalla voce particolarmente fine e morbida – come un singulto che proviene direttamente da quelle zone dove il dolore fa più male, dove acuisce di più, una versione personalissima del grande successo di Tony Dallara Come prima più di prima t’amerò

Caterina Gramaglia non fa Giulietta Masina è Giulietta Masina e non lo fa vestendo lo stereotipo della grande attrice lo fa alla sua maniera senza grandi cambiamenti su di sé, un incedere misurato e delicato, un tubino nero a delineare la sua figuretta esile, scarpe di cristallo come una cenerentola contemporanea in un mondo a lei estraneo, sulla sua chioma ramata un velo di porporina argentata che ricordano quelle luci del varietà che  furono preziose alla formazione della Masina e in viso una maschera di biacca bianca dove per l’appunto son accennate le lacrime di Gelsomina che stingono col sudore che scorre via via sul viso dell’attrice. E utilizza qualsiasi mezzo a sua disposizione, il canto, la danza, le sue mani sono la parte più preziosa dello spettacolo, soavi e sinuose si confondono e si mescolano evanescenti nello spazio del breve ma intenso percorso emozionale che ci induce a ricordare quella familiarità insieme a lei.

L’amore universale è la vita, e la vita stessa ne è gratificata ed arricchita quando si è vissuto così intensamente come ha fatto una donna speciale come Giulietta Masina.

 

Mario Di Calo

 

H:E:R:S:   TEATRO FEMMINILE PLURALE

 

calendario dal 3 al 30 novembre 2014

03 nov.    opening  | incontro letterario + vernissage |

dal 04 al 06 nov.   THE WHITE ROOM di e con Caterina Gramaglia

dal 08 al 09 nov.   L’ULTIMA PAROLA E’ DEI PAVONI di Maria Francesca De Stefanis con Tamara Bartolini

dal 11 al 13 nov.   LITTLE WOMEN con Stefania Cesellato, Selene Gandini, Laura Garofali, Carlotta Piraino, Claudia Salvatore

dal 14 al 16 nov.   A.R.E.M. Agenzia Recupero Eventi Mancanti di e con Francesca Farcomeni, Noemi Parroni, Elena Vanni

dal 18 al 20 nov.   LITTLE WOMEN con Stefania Cesellato, Selene Gandini, Laura Garofoli, Carlotta Piraino, Claudia Salvatore

dal 21 al 23 nov.   A.R.E.M. Agenzia Recupero Eventi Mancanti di e con Francesca Farcomeni, Noemi Parroni, Elena Vanni

dal 26 al 27 nov.   LE LACRIME DI GIULIETTA di e con Caterina Gramaglia

dal 28 al 30 nov.   A.R.E.M. Agenzia Recupero Eventi Mancanti di e con Francesca Farcomeni, Noemi Parroni, Elena Vanni

30 nov.   closing party

TEATRO dell’OROLOGIO via dei Filippini 17/A Roma

 

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