Il gruppo Ingàuno ancora una volta ha fatto centro con Cannibali, testo/contesto di Fiammetta Carena, e un duo intercambiabile costituito da Maurizio Sguotti e Tommaso Bianco.
Cannibali di Kronoteatro al Teatro dell’Orologio di Roma
La forza e l’impotenza. Questo è binomio su cui corre pericolosamente, il recente spettacolo di Kronoteatro: Cannibali. Il primo tassello di una nuova trilogia che si coniugherà su La Resa. Kronoteatro è un gruppo che nasce nel 2004 ad Albenga, in Liguria, intorno alla figura demiurgica di Maurizio Sguotti, che dopo un ciclo di laboratori in un liceo costituisce con alcuni ragazzi, unendosi a loro, un centro di ricerca, di studio teatrale fino a diventare una delle realtà più interessanti non solo nel territorio ligure ma della Scena Nazionale. Presentato a Roma al Teatro dell’Orologio fino al 27 novembre, ha una incredibile forza, una irrefrenabile forza, che nasce da un desiderio di sopraffazione e un impotenza di esercitare quello stessa inalazione di prevaricazione. Ci troviamo con non poco imbarazzo ad assistere a un rito propiziatorio, magico, quasi a un passaggio di consegna, a qualcosa di immoralmente sacro e misterico. In gioco c’è l’esercizio del potere fra diversi individui che per sopravvivere devono necessariamente tiranneggiare il proprio vicino, il proprio figlio, il proprio studente…
Non a caso unici elementi scenici sono due disparate poltrone vintage, poltrona che assurge a simbolo di potere – la Poltrona – ma anche elemento emblematico di quell’arredo familiare, di cui il gruppo Ingàuno ha svolto, prima di questo nuovo studio, un interessante trittico sulla famiglia dal titolo: Familia una trilogia. Il massacro verbale e non, può cominciare… In scena ci sono due uomini. Uno adulto ed uno giovane. Maurizio Sguotti e Tommaso Bianco (impreggiabili). Così come il buio/luce che scandisce il susseguirsi delle molteplici, spezzettate, brevi scene che compongono il puzzle del dramma, sono enunciati da un attore dj set ai bordi del ring ove si svolge l’azione – per far lavorare anche un po’ la fantasia dello spettatore – così non vi è netta separazione fra i due interpreti seppur all’apparenza sembrerebbe esserci, ma non vi è nessuna distinzione. Piuttosto c’è un’ascendenza di tipo Socratesco fra i due uomini. Maestro e giovane e talentuoso virgulto si scambiano i ruoli in un pastiche interpretativo a tratti commovente e disarmante. Dove termina il lavoro di revisione registica inizia quello di compagno di scena generoso e cameratesco in una declinazione senza precedenti.
Non c’è frattura, come si vorrebbe sottolineare ad un certo punto di quell’interessante match linguistico, ove i ruoli si invertono, piuttosto si rileva una continuità, un desiderio di passare il testimone, ad uno l’alabarda spaziale ad altro la maschera, sia pure in un discorso oscuro e enigmatico come l’esercizio del potere. Si è vittima e carnefice reciprocamente, a seconda della situazione, assurgere al potere è quasi necessario per stabilire equilibri di sussistenza e convivenza pacifica. E il testo asciugato e scarnificato della drammaturg del gruppo, Fiammetta Carena, vive e funziona molto più nelle assenze della parola che in quei dialoghi minimali, eppure è una componente essenziale alla riuscita di questo esemplare impegno. Definirla una drammaturgia della sottrazione è riduttivo, sarebbe più giusto parlare di moltiplicazione. La lontana e quasi immaginaria Sila, l’altipiano calabrese, cui spesso si fa riferimento è un luogo della memoria da tirar fuori ogniqualvolta ci si vuole affrancare da quel faticoso con-vivere. Sembrerebbe quasi un omaggio a Dino Campana. E in tema di poesia c’è anche un’inedita versione corporea e feroce de L’infinito di Leopardi, una autentica singolarità. Inoltre la serata si arricchisce di proiezioni di cartoni manga in cui supereroi giapponesi doppiano le gesta dei supereroi in scena inframezzati da pubblicità non-sense.
CANNIBALI di Fiammetta Carena
con Tommaso Bianco, Alex Nesti, Maurizio Sguotti
regia Maurizio Sguotti
costumi Francesca Marsella
video animazione Fabio Ramiro Rossin
musiche MaNu Dj
produzione Kronoteatro
Teatro dell’Orologio, Sala Orfeo dal 22 al 27 novembre
COMMENTI