Nasce in Italia il primo franchising della marijuana, nonostante la legalizzazione sembri lontana. La neonata azienda Nativa spera di poter battere sul tempo ogni eventuale concorrente, puntando sull'eccellenza della qualità made in Italy.
La legalizzazione della cannabis in Italia sembra una realtà ancora molto lontana, nonostante si senta sempre più spesso parlare dell’utilità del suo utilizzo a scopi terapeutici. In effetti dal 2007 è possibile utilizzare la marijuana per trattare disturbi associati a diverse patologie come la spasticità muscolare, oppure per compensare effetti collaterali causati da terapie farmacologiche, un esempio su tutti è quello della chemioterapia, cui l’abbinamento di una terapia a base di marijuana si rivela utile per combattere nausea e inappetenza.
NATIVA: IL BRAND DELLA MARIJUANA – La strada della legalizzazione della cannabis in Italia quindi non sembra non essere affatto spalancata, quanto meno nell’immediato, eppure nel mondo dell’imprenditoria qualcosa comincia a muoversi e c’è chi comincia a vedere nel 2016 un punto di svolta. Nasce così il franchising Nativa che vuole infatti “elevare la marijuana a prodotto di eccellenza che unisce la sapienza indiscussa dei nostri agricoltori ad un know how specifico che l’Italia ha sempre avuto nella coltivazione della cannabis (…) Siamo certi che il 2016 sarà l’anno della legalizzazione della marijuana” commenta il management Nativa “e abbiamo deciso di scommettere su questo. Una volta che il mercato sarà emerso saranno tante le possibili strade per interfacciarsi con questa opportunità e noi abbiamo passato buona parte del 2015 a studiare la migliore strategia di marketing concretizzando un’idea di business che avevamo in mente da tempo, studiandone costi, criticità e fattibilità”.
ECCELLENZA ITALIANA – Nativa dunque scommette parecchio, ma lo fa con estrema lucidità, attraverso un attento studio dei mercati dei paesi in cui l’utilizzo di marijuana è legale. Ma soprattutto l’approccio di Nativa è tutto italiano, e il suo scopo è quello di introdurre sul mercato un prodotto che abbia una garanzia su tutte: l’eccellente qualità. Il fatto che la marijuana sia un prodotto illegale costringe i (numerosissimi) consumatori a doversi accontentare nella maggior parte dei casi di un prodotto di bassa qualità, mentre lo scopo di Nativa (e quindi la scelta di marketing dell’azienda) è quello di fornire al consumatore un prodotto competitivo per la sua eccellenza. “Rispettiamo la terra che accoglie le nostre radici e la tradizionale sapienza delle mani che la lavorano. La bontà di ciò che vi offriamo è il frutto di questo rispetto”. Questa è la filosofia di Nativa.
Chiara Di Macco
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