Candide di Mark Ravenhill ispirato a Voltaire con Filippo Nigro e Lucia Mascino

Candide di Mark Ravenhill ispirato a Voltaire con Filippo Nigro e Lucia Mascino

Candide stavolta per raggiungere la sua Cunegonde attraversa in cinque momenti/movimenti l'epoca contemporanea per ritrovarsi davanti una donna che non riconosce più, il famoso ottimismo del giovine nobile si incrina definitivamente a causa di un terremoto stavolta culturale e antropologico.

Ispirato al Candide di Voltaire, Mark Ravenhill inizia ad approcciare nel 2013 al noto racconto del sommo illuminista, che invece lo aveva dato alle stampe nel 1759, duecentocinquanta anni dopo come una variazione su tema, un esercizio di stile intorno all’argomento che ispirò il noto francese. Voltaire lo ideò come un componimento filosofico intorno ai fatti che occorsero durante il terremoto di Lisbona del 1755, che causò molte morti e che annientò la città, sul quale argomento si era già pronunciato con il Poema sul disastro di Lisbona, il libretto ragiona di come Candide, il protagonista, si oppone alle teorie della chiesa circa quei disastri ritenendoli una punizione divina, il giovin nobile con l’ausilio del suo ottimismo cerca di superare ogni ostacolo al suo percorso verso la perfezione. Mark Ravenhill viviseziona scientificamente in maniera consapevole quel materiale e con cinque movimenti racconta l’identico percorso contagiandolo da un’attraversamento inevitabile della contemporaneità. Ma per farlo ha bisogno di un espediente meta/teatrale, delle ombre starnazzanti rappresenteranno in vece di attori in un doppio speculare la sua esistenza, e la riproduzione si interromperà quando Cunegonde di cui è innamorato sparisce.

Candide di Mark Ravenhill - regia Fabrizio Arcuri - foto Achille Le Pera - Mascino, Nigro, Mazza .03 - Copia

Da qui inizia come una dissolvenza incrociata, un intromissione prepotente e violenta del presente, dove in un hall di un hotel si festeggia un compleanno con carneficina, una apparente tranquilla famigliola costituita da nonno, mamma, figlio e figlia, fidanzato della figlia e padre con nuova compagna, alla maniera di un videogame di un x-box viene sterminata dalla giovin festeggiata poiché in contrasto genetico con i suoi parenti. In realtà a scamparla è la madre che di quella storia ne trascriverà un grosso best-seller da cui ne trarrà un film con l’aiuto di un produttore, una psicologa ed uno sceneggiatore. Nel frattempo però non si sono perse le tracce di Candide, lo ritroviamo a Eldorado, dall’altra parte del mondo, un posto dove non ci sono né preti né re, ma soprattutto non c’è una chiesa che intralcia le scelte politiche di quella nazione. Ma in quel paese Candide non può restare a lungo, partirà a cavallo di una pecora che sprigiona gas per giungere di nuovo in occidente dove cadrà in un letargo eterno come una settecentesca Biancaneve in una teca, ibernato ciberneticamente, giungerà la ormai famosa e ricchissima autrice di quel romanzo a lui ispirato a liberarlo dal sonno e a far ricomparire rediviva Cunegonde.

Il caos non sta per caso e di conseguenza il nuovo arrabbiato della drammaturgia britannica innesca una successione di scatole ad incastro per una serie di interrogativi a cui non dà risposte in un accento lirico sempre sopra le righe che vuol essere spassoso, ironico, graffiante ma che nasconde una inevitabile sensazione di tragico e insolvente. Fabrizio Arcuri che ne cura una meticolosa e crepitante regia per il Teatro di Roma, più a suo agio forse con la parte contemporanea che in quella d’epoca, il terzo movimento è di una bellezza formale ineccepibile, al suo secondo Ravenhill, assecondato da una chiarissima traduzione di Pieraldo Girotto e da luci silenziose  – non si era mai visto il palcoscenico del Teatro Argentina, dove lo spettacolo è in scena in prima nazionale, illuminato ed accarezzato da così amorevole devozione – e dalla poliedrica composizione musicale di H.E.R. (Ci piacerebbe vederlo all’opera di un altro testo/musical di Mark Ravenhill Mother Clap’s, Molly House.) Un quartetto di eccellenti interpreti principali: i trasformisti Francesca Mazza, Francesco Villano, Lucia Mascino capitanati dall’ottimo Filippo Nigro  come Candide si sfidano cavallerescamente in bravura.

CANDIDE di Mark Ravenhill ispirato a Voltaire

traduzione Pieraldo Girotto

con Filippo Nigro, Lucia Mascino, Francesca Mazza, Francesco Villano, Matteo Angius, Federica Zacchia, Francesca Zerilli, Domenico Florio, Lorenzo Frediani, Giuseppe Scoditti,

e la partecipazione straordinaria di Luciano Virgilio

musiche composte, arrangiate ed eseguite dal vivo da H.e.r.

scene Andrea Simonetti

video Luca Brinchi, Daniele Spanò

live visual Lorenzo Letizia

regia Fabrizio Arcuri

produzione Teatro di Roma in collaborazione con Centro Teatrale Santacristina

Teatro Argentina, Roma, fino al 13 marzo

Teatro Mercadante, Napoli 15/20 marzo

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