Burlesque: da New York alle fotografie di Stephanie Diani delle vecchie stelle

Burlesque– Se a New York è Burlesque-mania, a Los Angeles Sthephanie Diani fotografa le vecchie star: sono imponenti, dallo sguardo sicuro e ancora magnetico e posano con un’accettazione totale del proprio corpo. Sono vecchie stelle del burlesque, l’arte che nasce fra la metà dell’Ottocento e gli anni Trenta e che dagli anni ’90 riscopre un nuovo splendore a New York, nella scena underground prima fino al contagio del Plaza poi. “Considero il mondo moderno del burlesque come una liberalizzante, vertiginosa esplosione di piume, pailletes, strass e femminismo”, recita la prefazione di The Burlesque Handbook. Il Burlesque unisce streaptise e danza, musica, recitazione e cabaret, in uno spettacolo dove la bellezza fisica e l’età non sono fondamentali, ma lo è l’energia del corpo.

Le fotografie di Stephanie Diani– Stephanie Diani vede un giorno le vecchie star spogliarsi nello spettacolo “Miss exotic world”, la performance annuale di neoburlesque, e ne rimane affascinata. “Mi è piaciuto passare il tempo con loro: erano complicate, intelligenti, divertenti”, dice in un’intervista la fotografa. E nelle fotografie le donne conservano ancora una luce particolare, un residuo dell’antico splendore. Lo portano negli occhi, nella posa del corpo che è come se dicesse: Sono io, sono così. Il palco del burlesque è un palco aperto al mondo: vi si sono ritrovate tantissime donne, a volte troppo alte, troppo basse, oppure magre o grasse, con l’acne, donne lontane dai modelli standard di bellezza. E il burlesque ha preso tutte queste donne in conflitto con il proprio corpo, le ha rese coscienti delle proprie imperfezioni e le ha portate alla ribalta.

Una storia di bellezza– La storia del burlesque è una storia di bellezza, che spesso non passa attraverso i canali tradizionali. Oltre le riviste patinate c’è un mondo che pulsa, forse in modo più intrigante e magnetico. Stephanie Diani ci regala dei ritratti autentici, di donne che hanno conosciuto quel mondo e che lo portano ancora negli occhi.