Il Brasile si divide tra nuova economia emergente, sede dei prossimi mondiali di calcio, e patria della cultura indigena e della povertà cronica delle favelas...
Quando passato e futuro appaiono inconciliabili – Il Brasile si trova a vivere negli ultimi anni uno sviluppo economico sempre crescente, che però non sembra riuscire a convertire in benessere per tutti i suoi cittadini, anzi, si sta venendo a creare una situazione sempre più critica per alcuni ceti ed etnie in particolare. Negli ultimi mesi sia la capitale Brasilia, sia l’altro grande polo economico Rio de Janeiro, sono state teatri di scontri e manifestazioni che sembrano divenire sempre più caldi. Una delle motivazioni che inaspriscono la situazione riguarda le operazioni di preparazione del governo ai mondiali di calcio 2014 che ospiterà il Brasile.
Rinnegare la propria storia – Prosegue l’ eradicazione dell’etnia nativa dei Guaranì, uno dei gruppi indigeni più numerosi del Paese, ai quali sono state tolte le terre e verso i quali si esercita una vera e propria persecuzione.
L’ Organizzazione Survival International pone l’accento sulla criticizzazione della loro condizione che senza un cambio di rotta rischia di essere liquidata con esiti drammatici: ” Oggi la loro persecuzione, conseguente alla crescita economica del paese, si manifesta in modo ancora più tragico: profondamente segnati dalla perdita di quasi tutte le loro terre, i Guaranì stanno cadendo vittime di un’ondata di suicidi senza precedenti. ”A nulla sembrano essere servite le manifestazioni organizzate da nativi e studenti per denunciare questa pratica barbara.
Mondiali di calcio 2014 – Proseguono a Rio de Janeiro le proteste per lo sgombero del Museu do Indio, fondato dall’ antropologo Darcy Ribeiro, preposto dal governo, tra le misure di preparazione per i mondiali di calcio del 2014. Questo museo negli anni scorsi è stato occupato e convertito in abitazioni da parecchie etnie native alle quali sono stati usurpati i territori. Le autorità competenti hanno ordinato lo sgombero che porterebbe queste persone, per l’ennesima volta, per strada, senza un rifugio ne possibilità di insediamento in altri luoghi. Molti cittadini si sono uniti alla manifestazione di resistenza con gli indigeni, i quali hanno inscenato una protesta con i loro abiti tradizionali. Questa fetta di popolo brasiliano chiede al governo di rispettare il proprio passato storico, non denigrarlo o saccheggiarlo come sta avvenendo, e di trovare una sintesi adeguata tra la memoria tradizionale e il nuovo sviluppo economico in atto.
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