Boko Haram: 200 delle donne liberate sono incinte

Boko Haram: 200 delle donne liberate sono incinte

Oltre 200 ragazze liberate dalla prigionia di Boko Haram sono incinte.

Orrori di Boko Haram – Il fondo Onu per la Popolazione fa sapere che oltre 214 donne, delle 687 rapite da Boko Haram e poi liberate dall’esercito nigeriano, sono incinte. Il direttore esecutivo del fondo Onu per la popolazione (Unfpa) fa sapere che: “Non c’è dubbio che queste donne e i loro bambini hanno subito così tanto da quando sono stati sequestrati o rapiti che ci vorrà molto impegno per offrire loro il sostegno psico-sociale di cui hanno bisogno per un reinserimento nella loro vita precedente”; inoltre, afferma di aver chiesto aiuto per la guarigione delle donne: “Da quando abbiamo compreso che la portata della sfida è enorme e che non ci sono risorse umane sufficienti per farvi fronte, abbiamo chiesto assistenza alla comunità internazionale sul fronte delle risorse umane per collaborare al processo di guarigione di queste donne”.

Boko Haram

Le testimonianze – Alcune delle ragazze liberate hanno confermato i peggiori sospetti riguardo le attività di Boko Haram: le donne erano costrette a subire violenze sessuali, molestie, violenze psicologiche e matrimoni forzati: “Ci hanno chiesto di sposare i membri di Boko Haram, ma noi abbiamo detto che non potevamo perché eravamo già sposate. Ci hanno risposto che allora ci avrebbero vendute come schiave”. A un altra donna, sebbene fosse incinta, era stato imposto un matrimonio forzato con un membro di Boko Haram, fortunatamente è stata liberata il giorno dopo il parto.

I racconti di chi è scappato – Gloria, Hazida e Hauwa sono tre studentesse che sono riuscite a fuggire dall’incubo di Boko Haram e hanno potuto raccontare cosa succedeva nei giorni di prigionia: una delle tre è stata stuprata da un soldato tendendo in braccio il proprio bambino; un’altra racconta: “La prima volta che volevano farmi uccidere un uomo, il mio corpo ha iniziato a tremare e sono caduta a terra. Così mi hanno obbligato ad alzarmi e a guardare mentre uccidevano una seconda persona. A quel punto ho pensato che avrei dovuto rubare una pistola dai ribelli e uccidermi” (continua a leggere qui). Ricordiamo che dall’aprile 2014, quando le ragazze sono state rapite, è stato diffuso il famoso hashtag #BringBackOurGirls, divulgato in primis da molte persone celebri su tutti i Social Network.

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