"Prima Bill Cosby aveva il controllo dei media: ora abbiamo i social e niente sparirà più"
35 donne contro Bill Cosby – Tutte le accusatrici di Bill Cosby (e forse ne manca qualcuna) sulla copertina del New York Magazine di questa settimana. Sono trentacinque le donne sedute sulle sedie, una accanto all’altra, che accusano pubblicamente Bill Cosby di averle drogate e violentate quando erano giovani ragazze in cerca di una guida esperta per entrare nel mondo dello spettacolo. Queste donne sono state intervistate separatamente negli ultimi sei mesi e le loro testimonianze, pur raccontando storie diverse, hanno infatti una base comune: una giovane donna, spesso aspirante attrice, violentata dall’uomo che considera un mentore e un volto di fiducia della tv americana. Nella foto sulla copertina compare anche una sedia vuota, forse destinata alle ragazze che non hanno avuto il coraggio di denunciare la violenza subita dal famoso comico. L’articolo arriva a qualche giorno di distanza dalla pubblicazione di una deposizione del 2005, in cui Bill Cosby, che da anni ha sempre negato ogni accusa, ammetteva invece di aver somministrato droga ad alcune ragazze con cui poi ha avuto rapporti sessuali.
In futuro Bill Cosby sarà ricordato per la sua comicità? – “Nei primi anni ’90, quando avevo circa venticinque anni – racconta Lili Bernard – Bill Cosby è stato il mio mentore. Ha guadagnato la mia fiducia totale e poi mi ha drogato a mia insaputa. Mi ha violentato. Non lo chiamerei pazzo. Aveva il controllo totale del suo comportamento“. Una delle vittime ha riflettuto anche sulla diversa percezione che si avrà di Bill Cosby in futuro: “Penso che la sua eredità sta per diventare simile a quella di OJ Simpson. Quando si sente questo nome, non si pensa: ‘Oh, che grande giocatore di football’. E così per Cosby non penseranno ‘Oh che grande comico’, ma penseranno a uno stupratore seriale“, dice Joan Tarshis.
L’urlo delle donne non si può più zittire anche grazie ai social – Molte cose dagli anni Settanta e Ottanta, come viene affermato nella stessa introduzione del New York Magazine, sono cambiate verso le donne che denunciano violenze e molestie. Quella cultura infatti, come emerge particolarmente nel caso di Bill Cosby, ha fatto sì che per lungo tempo numerose vittime di stupro non abbiano avuto il coraggio né il modo per denunciare e far sapere quanto avevano subito. Oggi invece quelle donne si sentono in grado di accusare i loro stupratori. Nel caso specifico di Bill Cosby, i media americani per anni sono stati complici della difesa mediatica di un’icona della tv. Tamara Green, una delle vittime, ha dichiarato: “Nel 2005 Bill Cosby aveva ancora il controllo del media. Nel 2015, invece, abbiamo i social media. Non possiamo sparire. È tutto online e non andrà mai via“.
Fonte: The Huffington Post
COMMENTI
Carissima Alessandra, è sempre un piacere leggere i tuoi posts.
Sono d’accordo con te circa l’efficacia dei social network sull’opinione pubblica e sulle grandi opportunità che essi offrono in termini di libertà di espressione, di comunicazione e, come in questo caso, di denuncia. Basti pensare a quei dittatori che non sono più al loro posto a seguito di movimenti nati sul web. A patto però che il loro abuso non diventi peggio delle ingiustizie che si vogliono combattere: la facilità di accesso e di pubblicazione (“È tutto online e non andrà mai via) rischia di farne una specie di “tribunale virtuale del popolo”, strumento di persecuzione, senza appello, e non di giustizia. Come ogni mezzo lasciato al senso di responsabilità di chi lo utilizza.
Simone