Il tema della storia nell'individuo anima l'ottava edizione della Biennale di Berlino, in scena fino al 3 agosto.
Location della Biennale di Berlino – Il 29 maggio è iniziata l’ottava edizione della Biennale di Berlino. La manifestazione d’arte contemporanea nacque nel 1997, ideata da Kunst Werke, ispirato due anni prima dalla Biennale di Venezia. L’edizione 2014 è ospitata da quattro location, la scelta molteplice mira a valorizzare zone più periferiche della città, degni di egual considerazione artistica: oltre al tradizionale KW Institute for Contemporary Art (sito nella zona centrale della città) e al Crash Pad, questa edizione avrà come sede la Haus am Waldsee (museo che custodisce collezioni civiche di etnografia e culture non europee) e il Museen Dahlem (uno dei primi posti in cui si riprese a fare arte nel dopoguerra).
Tematiche dell’edizione 2014 – Il tema socio-filosofico di questa Biennale di Berlino è il rapporto tra il singolo, la comunità e la collettività; l’intimità che si rapporta all’universalità, l’influsso delle vicende storiche e degli eventi collettivi sulla vita del singolo individuo. Argomenti importanti, che animano la manifestazione nel 25 anniverario della caduta del muro di Berlino. La rassegna artistica, curata per quest’edizione da Juan Gaitán, ospita circa cinquanta artisti provenienti da tutto il mondo. Molti presentano un’opera creata appositamente per l’evento e sviluppata sulla tematica di quest’anno, altri sperimentano nuove modalità giocando sull’interrelazione di diverse forme artistiche.
Artisti e opere al KW Insitute for Contemporary Art – Il KW, sede centrale della Biennale di Berlino, espone sedici artisti sui suoi quattro piani. Tra le opere esposte, ‘Ancestors/Fearing the Shadows‘, è una serie di fotografie dell’artista sudafricano Santu Mofokeng, che ritrae i cambiamenti urbani e rurali nel suo paese d’origine, conseguenza dell’industrializzazione. Anche il peruviano David Zink Yi si occupa del paesaggio con l’opera ‘The Strangers‘: un video di 72 minuti che confronta l’ambiente all’esterno della miniera di Ayacucho (in Peru) con il duro lavoro dei minatori all’interno. ‘A secluted and pleasant land in this land I wish to dwell‘, creata dalla portoghese Leonor Antunes, è una delle opere di maggiore impatto e occupa l’intero secondo piano della struttura. Realizzata per simboleggiare il collegamento tra produzione di massa, artigianato e riti ancestrali, l’artista ha utilizzato materiali poveri quali fibre naturali, legno e spago. ‘In Pursuit of Bling‘ è l’affascinante opera di Otobong Nkanga, realizzata con la mica, un minerale utilizzato per prodotti industriali, che ha risvegliato nell’artista tutta una serie di ricordi d’infanzia. Ogni giorno, l’interesse per la rassegna artistica è tenuto alto da eventi musicali, animata da workshop e presentazioni sino alla chiusura, prevista per il 3 agosto.
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