Bette Davis: omaggio a 25 anni dalla morte

Bette Davis: omaggio a 25 anni dalla morte

Un ciclo di film e un'intervista esclusiva per omaggiare una donna straordinaria

Bette Davis, l’omaggio – Lo scrittore francese Honoré De Balzac non si sarebbe mai immaginato che un personaggio da lui ideato andasse a prestare il nome ad una delle più grandi attrici della storia del cinema. Ruth Elizabeth Davis nasce il 5 aprile del 1908 a Lowell ma è passata alla storia con il soprannome di Bette Davis grazie all’amore della madre per il romanzo di Balzac “La cugina Bette”. Iniziando alla scuola di recitazione “John Murray Anderson’s Dramatic Scool” Bette Davis riuscì a scalare le vette più alte all’interno del mondo cinematografico arrivando ad essere candidata agli Oscar per ben 11 volte e a vincere 2 Oscar nel corso di una carriera cinematografica molto lunga che vede gli esordi con “The bad sister” nel 1931 e proseguirà sino al 1989 col film “Wicked Stepmother”. Ha continuato sino all’ultimo Bette Davis, una vita dedicata interamente al cinema e alla grande arte della recitazione. Ecco che a 25 anni dalla sua scomparsa la Studio Universal e Mediaset Premium sul DTT dedicano a Bette Davis un ciclo di film che prenderà il via il 6 ottobre appunto e che proseguirà ogni lunedì alle 21.15 riproponendo grandi classici come “La foresta pietrificata”, “La figlia del vento” per il quale Bette Davis vinse il suo secondo Oscar, “Ombre malesi”, “Che fine ha fatto Baby Jane”.

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Due Oscar per Bette Davis – Bette Davis è stata una delle donne più famose del cinema internazionale ed è stata la prima donna a ricevere dall’American Film Institute il riconoscimento alla carriera. E’ stata una personalità artistica estremamente sfaccettata e poliedrica che ha spaziato tra film, televisione e teatro pur partendo da una base di grandi difficoltà. Bette Davis è infatti partita dal basso: non potendo pagarsi totalmente la scuola di recitazione arrotondava posando nuda per una scultrice e nello stesso periodo lavorava anche come cameriera. Il produttore Samuel Goldwyn si rifiutò nel 1930 di scritturarla perché la considerava “troppo brutta”. Gli inizi per Bette Davis non furono facili ma dopo “The bad sister” del 1931 a sua carriera la portò a vincere il suo primo Oscar per migliore attrice protagonista nel film “Paura d’amare. Qualche anno dopo ricevette il suo secondo Premio Oscar col film “La figlia del vento”.

Bette Davis, un’intervista dimenticata – Alcuni passi di una vecchia intervista rilasciata da Bette Davis nel 1963 alla radio mostrano un aspetto interessante della personalità dell’attrice: dall’intervista emerge infatti una particolare concezione del mondo femminile e delle potenzialità della donna all’interno del mondo del lavoro. Affermava Bette Davis a proposito degli uomini: “They’re just staying way, way behind. And so I think millions of women are happy to be by themselves, they’re just so bored with the whole thing, you know, trying to be the little woman, when no such thing exists anymore” e aggiunge “I think it’s a terrible hindrance for any female to have a lot of intelligence in private life, but I think in business it’s sometimes even worse. There’s deep resentment, no question about it, from the male side of the business. . . We all work for men, they’re the people in charge. I think they find women easier who don’t have the ability to think for themselves. One can make more enemies as a female with a brain, I think. Women are the essential part of the theater. But the writers are not writing about women, they’re too perplexed about the whole female situation”.

Intervista completa – L’intervista completa direttamente dalla voce di Bette Davis:

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