Bando Servizio Civile 2013 per la selezione di 15.466 volontari
Il 4 Ottobre scorso, sul sito del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, sono stati pubblicati i Bandi 2013 per la selezione di 15.466 volontari da impiegare in progetti di Servizio civile in Italia e all’estero. Nell’avviso viene specificato che le domande di partecipazione dovranno essere spedite entro le ore 14.00 del 4 Novembre 2013. E’ con le parole di Ilaria Stefani che vogliamo raccontare i dubbi, le aspettative, le soddisfazioni e le delusioni che si vivono quando si decide di dedicare il proprio tempo in impegnative attività di volontariato.
Il Servizio Civile raccontato da una volontaria – Il 21 Settembre 2011, Ilaria Stefani, giovane salernitana da tempo interessata al sociale, ha deciso di intraprendere un’esperienza di volontariato, partecipando al progetto “Gli altri siamo noi”, previsto in quell’anno dal Servizio Civile Nazionale. La sua possibilità di diventare volontaria diventò una certezza quando decise di esternare le sue preoccupazione alla fidata cognata che, grazie alle sue competenze in materia, la rassicurò, spiegandole che il servizio civile non era da considerarsi più come obiezione di coscienza e che quindi la scelta di parteciparvi non l’avrebbe penalizzata nel suo futuro ambito lavorativo. Libera da dubbi ed incertezze presentò la domanda di partecipazione obbligatoria e superate le selezioni entrò in diretto contatto con la Caritas Diocesana Salerno – Campagna – Acerno, ideatrice del progetto “Gli altri siamo noi”. Ilaria apprezzò immediatamente la serietà e la competenza delle persone che l’avrebbero guidata nel suo cammino e ciò che la colpì più di ogni altra cosa fu che esse “credevano nelle potenzialità di noi giovani e soprattutto credevano nelle potenzialità educative e formative di quest’esperienza” .
Il progetto “Gli altri siamo noi” – Il progetto scelto da Ilaria Stefani prevedeva di interfacciarsi con gli immigrati che si recavano presso la sede della Caritas dove quindi era necessario occuparsi sia dei loro bisogni primari sia delle loro necessità legali. Un giorno a settimana, l’attività benefica si svolgeva presso la Casa Betlemme, situata lungo il litorale salernitano. Ed è proprio la popolazione immigrata di questo territorio che Ilaria porta ancora nel suo cuore, “persone che ti benedicevano solo per aver fatto loro un semplice sorriso o a cui si era data una piccola busta di pasta”. Ma nel cuore di Ilaria ci sono anche i suoi colleghi volontari, anzi no, i suoi amici volontari che “mi hanno aiutata nei periodi di difficoltà, abbiamo condiviso momenti di gioia e momenti di rabbia ma soprattutto di vera amicizia”.
I perché della scelta – Secondo Ilaria Stefani “in un mondo che diventa ogni giorno più xenofobo e razzista per paura della diversità culturale, fare un’esperienza del genere non solo significa andare controcorrente ma significa anche prendere coscienza che la realtà, rispetto a quella mostrata il più delle volte dai media, è completamente diversa”. La giovane volontaria non ha nessuna esitazione nell’indicare i motivi che dovrebbero invogliare altre ragazze a fare la stessa scelta: “in primis per la soddisfazione di aiutare persone in grandi difficoltà, al secondo posto, ma non per importanza, per le magnifiche relazioni createsi che, ad un anno di distanza, continuano ad essere forti e coese!”.
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