Bambino di undici anni guarisce dall'Ebola ballando.
Ebola sconfitta- Il virus dell’Ebola si sta diffondendo, purtroppo, senza sosta nell’Africa Occidentale. L’Organizzazione mondiale della sanità ha affermato che, entro gennaio 2015, i contagiati potrebbero essere 1,5 milioni. Il mondo è in allarme: l’Europa che è proprio di fronte le coste africane, e gli USA, con lo stesso presidente Barack Obama che ha annunciato l’invio di specialisti accompagnati da militari per affrontare l’emergenza Ebola. Eppure sebbene il virus stronchi in pochissimo tempo la vita di chi viene contagiato, alcune guarigioni sono avvenute. Il caso più unico e speciale sembra essere quello di un bambino di undici anni che è riuscito a sconfiggere il virus dell’Ebola accompagnato dalla musica e dal ballo.
La storia di Mamadee- In Liberia, a Foya, c’è il Centro di Trattamento per l’Ebola di MSF, in cui due terzi dei pazienti non sopravvive al contagio. Un bambino però, riesce a catturare l’attenzione e l’affetto dei pazienti del centro, che in genere passano le giornate su sedie di plastica o panche. Il ragazzino si chiama Mamadee ed è diventato subito famoso nel centro per le sue danze al ritmo dell’Azonto, una musica originaria del Ghana. Mamadee balla, canta, va in giro, parla con tutti, scherza: non sembra per niente malato, eppure lo è, è un paziente affetto da Ebola. Era entrato nel Centro il 15 agosto, ma il test per l’Ebola era risultato negativo. Quella notte stessa però Mamadee ha manifestato dei sintomi tipici della malattia, e quindi è diventato un paziente a tutti gli effetti. Ben 3 test sono risultati positivi, ma la malattia non sembrava per niente aver scalfito la voglia di Mamadee di ballare né il suo buon umore. Una settimana dopo arriva al centro la sua sorella maggiore, Maya, che purtroppo muore poco dopo. Mamadee rassicura la madre disperata: “Non piangere”. Il 4 settembre, il quarto test per l’Ebola dice che Mamadee è guarito: “Sono molto felice oggi”, dichiara il bambino.
Dichiarazioni- Durante il suo periodo di permanenza al centro, Mamadee, nonostante il suo buon umore, ha affermato: “Voglio andarmene. Due settimane sono abbastanza. Mi manca la mia casa, mi mancano i miei amici, mi manca persino andare a scuole”. Roberta Petrucci, medico di MSF, ha dichiarato: “Il suo atteggiamento era eccezionale. Ogni giorno, il ragazzo diffondeva uno spirito positivo sia tra i pazienti sia tra il personale di MSF. Era sempre sorridente e felice. Tutti lo amavano e sapevano che sarebbe stato tutto molto più triste una volta che fosse uscito dal Centro, anche se ovviamente ci auguravamo che ne uscisse il prima possibile”.
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