Autocoscienza, di nuovo – A riproporre ancora una volta la pratica dell’autocoscienza è la Casa delle Donne, che ha sede a Milano. Il progetto è rip
Autocoscienza, di nuovo – A riproporre ancora una volta la pratica dell’autocoscienza è la Casa delle Donne, che ha sede a Milano. Il progetto è ripartito l’8 settembre e ancora una volta vede numerose donne convenire all’appuntamento, fissato ogni lunedì per le 18.30. Forse qualcuno penserà si tratti di una pratica obsoleta, ma il successo dell’iniziativa dice tutt’altro. Donne che si scoprono, si raccontano, che indagano sé stesse e si mettono in discussione, pronte al confronto. Per Patrizia “praticare l’autocoscienza è dare ascolto alle proprie emozioni”, per Laura il momento dell’autocoscienza è lo stop, la pausa in cui finalmente ci si ferma ad osservare dopo tanto correre, per Daniela è liberazione, “uno dei rarissimi posti dove riesco a far uscire da me stessa tutto il mio mondo interiore nascosto a tutti da sempre”.
Com’è nata l’idea – Fautrice del progetto è Daniela Pellegrini, una donna che si è immersa totalmente nel clima del femminismo milanese e che ha dedicato la sua vita alle problematiche femminili. Classe ’37, Daniela negli anni Sessanta ha abbandonato il suo lavoro di dirigente creativa nelle agenzie pubblicitarie e si è dedicata totalmente ai movimenti per le donne. Trasformato la sua casa in una comune, dove ha vissuto con la figlia e altre dodici donne, ha poi gestito la parte più radicale de La Casa delle Donne. E ora, in questi ultimi mesi, riporta a galla un progetto che non ha niente di vecchio o ammuffito, ma solo un’ineguagliabile attualità, che lo rende quanto mai necessario: creare gruppi di autocoscienza, dove le donne possano confrontarsi e autodeterminarsi, affrancandosi dai “diktat dei saperi femministi calati dall’alto”. Le prime tappe del progetto hanno visto la luce nel dicembre 2013, successivamente in maggio e giugno, coinvolgendo molte donne in diverse parti d’Italia. La pratica dell’autocoscienza si configura come unica e vera pratica libera e autonoma, inventata dalle donne, anche se col tempo abbandonata dalla maggioranza; Daniela Pellegrini avverte: è ora di ricominciare, a partire da sé.
I gruppi di autocoscienza – I gruppi di autocoscienza nascono negli anni Sessanta come pratica politica della corrente antiautoritaria. I primi esperimenti si hanno negli Stati Uniti, dove nei collettivi femministi le donne cominciano a mettere in discussione modelli patriarcali e ruoli sociali imposti e a riscoprire sé stesse, il proprio corpo, la propria sessualità. Dall’esplorazione individuale si passa al collettivo, ci si riconosce e dal privato era facile passare al politico, scoprendo come molti problemi fossero a loro comuni e quindi dettati da motivazioni culturali o sociali. Il termine autocoscienza, però, è di diretta matrice italiana: è stata Carla Lonzi a coniarlo nel gruppi di Rivolta Femminile a Milano, dove infatti i gruppi di autocoscienza hanno avuto maggiore presa. E ancora una volta, proprio da Milano l’esperimento riparte.
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