Aung San Suu Kyi cittadina onoraria di Roma: domenica la cerimonia

Aung San Suu Kyi cittadina onoraria di Roma: domenica la cerimonia

Il 27 ottobre alle 18, nell’aula Giulio Cesare del Campidoglio, Aung San Suu Kyi riceverà dal sindaco Ignazio Marino la cittadinanza onoraria che il Comune di Roma le conferì nel 1994. Finalmente il Premio Nobel per la Pace potrà ritirare la pergamena che attesta l’onorificenza, riconosciutale dalla città "per il suo impegno nel campo dei diritti umani e civili e per la battaglia condotta a favore dei diritti delle donne".

Il 27 ottobre alle 18, nell’aula Giulio Cesare del Campidoglio, Aung San Suu Kyi riceverà dal sindaco Ignazio Marino la cittadinanza onoraria che il Comune di Roma le conferì nel 1994. Finalmente il Premio Nobel per la Pace potrà ritirare la pergamena che attesta l’onorificenza, riconosciutale dalla città “per il suo impegno nel campo dei diritti umani e civili e per la battaglia condotta a favore dei diritti delle donne”. Ma Roma aveva già attribuito un altro riconoscimento ad Aung San Suu Kyi: il Premio Roma per la Pace e l’Azione Umanitaria, assegnatole per ”l’impegno pacifico e non violento che da anni profonde a favore della libertà, la democrazia e i diritti umani del popolo birmano”.

Aung San Suu Kyi 1

Il 30 ottobre cittadinanza e laurea a Bologna  – La cerimonia di Palazzo Senatorio anticipa quella doppia che vedrà protagonista la leader birmana a Bologna il 30 ottobre: oltre alla cittadinanza onoraria del capoluogo emiliano, Aung San Suu Kyi riceverà anche la laurea ad honorem in Filosofia da una delle più importanti università d’Italia. Anche questo riconoscimento arriverà con molti anni di ritardo: il 7 luglio del 2000, quando l’Ateneo decise di attribuirglielo, la donna era infatti agli arresti domiciliari. Anche questo premio, come quelli assegnati dalla città di Roma, deriva dall’impegno che ha caratterizzato tutta la vita della leader nella lotta nonviolenta contro il regime dittatoriale birmano e per il suo popolo.

Una combattente nonviolenta –  Alla fine degli anni ’80, seguendo i principi della non violenza predicati dal Mahatma Gandhi, San Suu Kyi fondò la Lega Nazionale per la Democrazia, per combattere il regime instaurato dal generale Saw Maung che tuttora comanda in Myanmar (Birmania). Il regime la condannò quasi subito agli arresti domiciliari o, in alternativa, a lasciare la Birmania, ma la donna decide di restare nel suo paese. Alle elezioni del 1990 la Lega Nazionale per la Democrazia ottenne un successo schiacciante, che il regime rifiutò, riprendendo il potere con la forza. Durante il lungo periodo di detenzione, dopo  i premi Rafto e Sakharov, nel 1991 Aung San Suu Kyi ricevette il premio Nobel per la pace, che utilizzò per costruire nel suo Paese un sistema di istruzione e sanitario a favore del popolo. La sua situazione, comunque, non ne fu avvantaggiata: nel 2003 il regime birmano estromise dalla vita politica la Lega Nazionale per la Democrazia. Finalmente, dopo innumerevoli appelli internazionali, il 13 novembre 2010 è arrivata la notizia della liberazione: nel 2012 Aung San Suu Kyi è stata eletta in parlamento dopo quindici anni di arresti domiciliari e, poco dopo, ha potuto ricevere formalmente a Oslo il premio Nobel di 21 anni prima.

Aung San Suu Kyi riceverà laurea e cittadinanza a Bologna

COMMENTI

WORDPRESS: 0