Assistenza Sessuale: intervista esclusiva a Max Ulivieri

Assistenza Sessuale: intervista esclusiva a Max Ulivieri

Assistenza sessuale: dibattito aperto. L'intervista esclusiva a Max Ulivieri.

Il 27 aprile 2014 è stata presentato in Senato il decreto legge per l’inserimento della figura dell’assistente sessuale in Italia dal parlamentare Sergio Lo Giudice del Pd. Il dibattito in Italia è però presente già da diverso tempo e se n’è fatto promotore e sostenitore il quarantaquattrenne toscano Maximiliano Ulivieri. Ma chi è Max? Max, è un web designer e blogger del fattoquotidiano.it  e di diversamenteagibile.it, blog dedicato al turismo accessibile. Vive a Bologna da 3 anni ed è sposato da 5. Durante la nostra chiacchierata Max Ulivieri ha espresso chiaramente le sue opinioni in merito al tema dell’assistenza sessuale e rispetto a quale crede dovrebbe essere effettivamente il suo ruolo.

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Quando nasce il tuo interesse per il tema dell’assistenza sessuale?

L’interesse per il dibattito sull’ assistenza sessuale è nato già da diversi anni ma l’impegno attivo per la promozione e l’istituzione di questa figura professionale è iniziato circa un anno e mezzo fa. L’interesse nasce non per un’esigenza personale essendo sposato attualmente ed avendo avuto una vita sessuale sempre soddisfacente. Non ho comunque dimenticato il periodo della giovinezza in cui vivere tranquillamente la sessualità era un’utopia. Mi rendo conto che esistono persone più sfortunate di me e che hanno situazioni più complesse della mia, le quali non solo non riescono a vivere relazioni da un punto di vista affettivo ma neanche di natura sessuale. Inoltre, molte persone non hanno la possibilità di vivere la propria sessualità neanche attraverso l’autoerotismo. L’idea di introdurre questa figura in Italia, l’idea di fare questa “follia”, nasce dal tentativo di fornire un sostegno a queste persone. Spero che il divario esistente tra ciò che in Italia è possibile realizzare e ciò che si vorrebbe fare non sia incolmabile. Le idee si ispirano in parte a ciò che in Europa si sta realizzando, pertanto l’intento è di introdurre una figura che sia professionale e che diventi un’assistente sessuale dopo aver frequentato dei corsi specifici come avviene in altre nazioni, i quali sono abbastanza lunghi, complicati e selettivi, e poiché affrontano delle tematiche abbastanza sofferte è bene che siano dettagliati.

Come hai immaginato questi corsi?

L’idea è quella di strutturare dei corsi dopo i quali poter mettere in contatto i futuri assistenti, siano essi uomini o donne, con coloro che richiedono l’intervento della figura di un assistente sessuale. I corsi prevedono l’intervento di diverse figure professionali importanti, quella dello psicologo, di sessuologi, di medici e di coloro che svolgono questa professione da diversi anni. Tutte queste figure possono, infatti, aiutare a capire, non solo come intervenire, ma anche che tipo di persona dovrebbe approcciarsi alla professione, poiché l’assistente sessuale, deve essere una persona integra in tutti i sensi.

Da un punto di vista legale quali credi che siano gli ostacoli che potrebbero presentarsi per l’inserimento di questa figura?

A livello legale il problema maggiore è quello dell’accostamento erroneo con la prostituzione. In Italia, da questo punto di vista si potrebbe fare molto rispetto alle altre nazioni, dove la figura dell’assistente sessuale non è riconosciuta come professione ma viene associata tranquillamente alla figura della prostituta o del prostituto, essendo riconosciuta per legge.

Invece a livello morale?

Un altro problema riguarda il fatto che ognuno ha una propria morale e delle proprie idee, c’è chi ritiene che questa figura possa arrecare più danni che benefici e c’è chi pensa il contrario. Sarebbe utile ricevere l’appoggio delle diverse associazioni per creare questa figura, indipendentemente dal pensiero o l’idea che si ha in merito a questa tematica, poiché ognuno può decidere che tipo di campagna fare in merito all’argomento ovvero a favore o meno.

Da quali associazioni hai ricevuto maggiore appoggio?

Per quanto riguarda l’appoggio delle istituzioni, ho ricevuto il sostegno di un senatore  con il quale ho scritto il disegno di legge. Le associazioni non si sono espresse in merito, eccetto l’ “Associazione Famiglie Sindrome di Williams”, con la quale ho fatto diversi convegni e ha offerto il suo sostegno.

Durante la chiacchierata mi preme chiedere a Max qualche informazione in più rispetto alla sessualità femminile in questo contesto.

Nel corso di questi anni hai avuto modo di riscontrare delle differenze di genere rispetto alla necessità della figura dell’assistente sessuale? Esiste un tabù rispetto alla sessualità femminile?

Ho riscontrato uno stigma in merito alla sessualità nella disabilità femminile. Credo che un fattore determinante riguardi quanto le persone siano disposte ad aprirsi e a parlarne; nonostante molto spesso si possano ricevere maggiori pubblicazioni da parte degli uomini rispetto alle donne questo non è un dato rilevante nel senso che le donne possano avere più difficoltà a parlarne pubblicamente o ricercano anche dei rapporti orientati all’affettività, mentre gli uomini possono essere più orientati ad una sessualità fisica.

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Infine, chiedo a Max di lasciare un messaggio ai nostri lettori: Quale sarebbe un messaggio che vorresti far passare ai lettori di Female World?

È importante far passare questo messaggio: l’assistente sessuale esiste per quei casi davvero complessi, gravi e difficili e che le persone con disabilità possono vivere la propria sessualità e le proprie relazioni in modo soddisfacente per se stessi e il proprio partner (per maggiori info: assistenzasessuale.it).

Ringrazio ancora Max Ulivieri per il tempo, la simpatia e la cortesia dimostrata.

 

 

 

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    […] etico e deontologico le linee guida alle quali si rifarà la professione (per saperne di più: https://www.femaleworld.it/assistenza-sessuale-intervista-esclusiva-max-ulivieri/ e https://www.femaleworld.it/adele-fabrizi-intervista-esclusiva-per-female-world/) […]