Assassinata da cinque uomini armati Salwa Bugaighis
Il fatto – La vicenda risale a due giorni fa e ha sconvolto la Libia e chi, al suo interno, ha sempre lottato per la verità e per la tutela dei diritti umani. Salwa Bugaighis, avvocato per i diritti umani, è stata assassinata a Bengasi: un commando di uomini armati ha fatto irruzione nel suo appartamento. Secondo il quotidiano Al Wasat, principale giornale dell’opposizione, gli uomini armati –cinque – avrebbero prima chiesto del figlio di Salwa, Wael, poi sparato alla guardia, ferendola ad una gamba ed infine fatto irruzione nell’appartamento, uccidendo la donna e rapendo il marito che, allo stato attuale, risulta ancora disperso.
Salwa Bugaighis: chi era – E’ triste che il mondo conosca personalità di questo calibro solo nel momento in cui muoiono. Ma Salwa Bugaighis era ben conosciuta nel suo paese, da sempre attiva politicamente, soprattutto nella difesa dei diritti umani. Durante il regime di Gheddafi era stata in prima linea nella difesa dei prigionieri politici e, nel febbraio 2011, aveva partecipato all’organizzazione delle manifestazioni a Bengasi, considerate primo momento di rivolta contro il regime. Da quel momento si era sempre impegnata nella lotta contro gli estremismi favorendo il dialogo fra le varie fazioni politiche ed era entrata nel governo dei ribelli libici, il Consiglio nazionale di transizione. L’uccisione del giorno scorso, con un colpo alla nuca, non è stata altro che l’avverarsi delle numerose minacce di morte che Salwa Bugaighis aveva già ricevuto in passato e a causa delle quali si era trasferita in Giordania.
La situazione in Libia – L’uccisione di Salwa Bugaighis non fa altro che rammentare quanto sia incandescente la situazione in Libia. L’omicidio, infatti, è avvenuto nel giorno delle elezioni per scegliere il nuovo Parlamento e la stessa Salwa Bugaighis aveva votato da poche ore. Ma la violenza consumata nei confronti di Salwa e la sua famiglia non è stata l’unica. Vi sono stati scontri fra gruppi armati, un candidato è stato assassinato a Sebha, nel sud, addirittura un seggio elettorale è stato distrutto da un razzo. A poco è servita la mobilitazione delle forze dell’ordine da parte della polizia: i quindici poliziotti per seggio non sono bastati a placare violenze e scontri fra diverse fazioni politiche. L’assassinio di Salwa Bugaighis, però, resta il fatto che più di tutti sconvolge: “tutti i sostenitori della verità sono minacciati”, ha commentato Hassan el-Amin, altro attivista per i diritti umani fuggito dal suo paese per le minacce di morte.
COMMENTI