Aspettando Godot messo in scena da Maurizio Scaparro

Aspettando Godot messo in scena da Maurizio Scaparro

Estragone e Vladimiro aspettano Godot in una landa desolata, che non arriverà mai, passano i giorni passa il tempo e i due uomini resteranno in una perpetua e angosciante attesa, ma chi è mai Godot? Samuel Beckett, uno dei più grandi autori del 900 con questo pezzo di teatro riesce ad essere apocalittico evitando ogni tipo di drammaticità!

Scrive Maurizio Scaparro nelle note di regia di Aspettando Godot del volantino che il Centro di Produzione d’Arte Contemporanea Teatro Carcano di Milano, che produce lo spettacolo, distribuisce all’ingresso del Teatro Nuovo di Napoli ove lo spettacolo è di scena. ‘Sento la responsabilità e il peso di mettere in scena per la prima volta un testo di Samuel Beckett… Beckett è certamente tra i primi nel novecento a intuire che, nel mondo attuale, lo spazio della tragedia si è fatto minimo, entra di nascosto, quasi sotto il velo del gioco, usa toni leggeri e punta talvolta anche al riso. Cosi come quelle creature deboli e immortali come Estragone e Vladimiro (e come Pozzo e Lucky) vivono in una terra desolata aspettando Godot, che non arriverà mai, vivono in un lontano e vicino ( a loro e a noi) ‘900…’. Cosa aggiungere alla semplicità e alla grande intelligenza del regista ottuagenario, artefice di tanto teatro in tutta la sua lunga carriera? Se non pieno e solidale accordo concentrato in poche righe. La visione dello spettacolo poi conferma a pieno titolo quanto letto e visto. Uno spettacolo di pura e stralunata poesia visiva e formale. Un quartetto di attori maturi, più uno giovanissimo – straordinari –  connaturali ai loro ruoli. Gogo e Didi, come affettuosamente i due protagonisti si appellano, sembrano stati scritti propriamente da Samuel Beckett per Antonio Salines e Luciano Virgilio, tanto i due interpreti si calano con credibilità nell’universo dall’autore irlandese. E a loro si aggiunge il gusto per la maestria di Edoardo Siravo e Enrico Bonavera, e il giovane ma non per questo meno esperto Michele Degirolamo.

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Si aspetta, noi con loro, angosciosamente barra allegramente consapevoli che quell’attesa non porterà a nessuna conclusione, seppur quell’albero stecchito nell’arco di un solo giorno germoglia, e di parecchio, ciò sta a indicare che la natura è ancora viva, qualcosa palpita da quelle parti, è la vita che continua a battere intimamente attraverso quei cuori apparentemente spenti e avviliti, senza speranze. Un albero che spunta innaturalmente, simbolicamente da alcune assi di un palcoscenico in declivio, non è il massimo, d’altronde il luogo ove si attende e si svolge la pièce è il Teatro come ci ricordano i due uomini, quindi dove spunta se non su delle linde tavole di un palcoscenico e senza nessuna increspatura? Un albero stilizzato che allude agli ossicini portafortuna, gli stessi che Pozzo dà da sgranocchiare a Estragone, e di fortuna quegli esseri/simbolo ne hanno davvero tanto bisogno. C’è un libricino pubblicato da Edizioni Clichy, scritto da Martin Page, che racconta di un Samuel Beckett segreto, inedito, variopinto, allegro e distratto – contrariamente a quanto ci si è sempre immaginato – descritto negli ultimi anni della sua vita: L’apicoltura secondo Samuel Beckett. Uno studente universitario viene assunto per aiutare il premio Nobel a riordinare le sue carte per conto dell’archivio dell’università di Reading. Mentre è imminente una messinscena svedese di Aspettando Godot, interpretato da detenuti del carcere di Kulima, un chiaro riferimento al Godot allestito con carcerati di San Quintino in California del 1957. Ecco che assistendo allo spettacolo di Maurizio Scaparro e dei suoi entusiasmanti interpreti viene in mente questo libro, la passione e l’allegria che c’è dietro questa fortunatissima edizione italiana è rara di questi tempi.

ASPETTANDO GODOT
di Samuel Beckett

con Antonio Salines, Luciano Virgilio, Edoardo Siravo, Enrico Bonavera, Michele Degirolamo

scene Francesco Bottai

costumi Lorenzo Cutuli

regia Maurizio Scaparro

produzione Centro di Produzione d’Arte Contemporanea Teatro Carcano

Teatro Nuovo, Napoli fino al 31 gennaio

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