Arancia Meccanica al Teatro Eliseo di Roma

Arancia Meccanica al Teatro Eliseo di Roma

Alex con i suoi Drughi passa il tempo fra i sobborghi della città a violentare, saccheggiare, ammazzare chiunque gli capiti a tiro. il ragazzo riesce sempre a farla franca fino a quando... resterà vittima di quella stessa violenza che lo seduce e lo attrae.

Tralasciando completamente il magnifico capolavoro di Stanley Kubrick del 1971, il regista Gabriele Russo nell’affrontare l’adattamento e la messinscena di Arancia Meccanica per conto del Teatro Bellini/Fondazione Teatro di Napoli parte giustamente e formalmente dal romanzo originale (tradotto con Tommaso Spinelli) che ispirò il famoso film e in seguito parecchie messinscene tratte da quel racconto. Arancia Meccanica o meglio A Clockwork Orange è un romanzo apocalittico di Anthony Burgess scritto nel 1962. Ora lo spettacolo è in scena a Roma fino al 15 maggio al Teatro Eliseo.

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Ma partiamo direttamente dalla storia: c’erano una volta quattro ragazzi, qui divenuti tre, capitanati dal buon Alex che per ‘divertirsi’ e trovare sollievo alla noia e alla loro squallida e triste esistenza di qualche sobborgo sperduto, violentano, saccheggiano, ammazzano chiunque capiti a tiro, e nonostante Alex sia tenuto sotto controllo da una assistente sociale il ragazzo riesce sempre a farla franca. Fra di loro hanno un linguaggio comune, incomprensibile agli altri, che va sotto il nome di Nadsat. Amante appassionato di Beethoven, Alex frequenta con i suoi Drughi il Latte bar ove è possibile mescolare insieme al liquido bianco anche sostanze allucinogene. Ma capita che fra i tre amici a causa di squilibri interni qualcosa comincia a vacillare, ed il buon Alex si ritrova imprigionato e ad essere soggetto di un esperimento, grazie ad un programma rieducativo del Governo Britannico voluto dal Ministro degli Interni (o degli infermi?). Su di lui viene sperimentato il nuovo Metodo Ludovico: consiste, attraverso una serie di immagini violente proiettate incessantemente, mentre il paziente è costretto ad assistervi, nel creare una sorta di rigetto verso quella stessa violenza da cui è attratto. Tutto sembra andare per il verso giusto secondo i programmi prestabiliti dai quei potenti ma si dà il caso che uno dei violentati, uno scrittore, nel difenderlo da quel sopruso per essere stato cavia di qualcosa di inumano, scopre che il suo protetto sia proprio colui che  ha causato la morte della moglie ed allora si vendica…

Concepito con un lungo flashback lo spettacolo ha un inizio più corporeo che verbale, immagini che si sovrappongono ad immagini, molto di quello che viene detto, lecitamente viene coperto dalla musica assordante, ma è solo l’inizio. Via via che l’azione prende corpo la parola, il racconto acquistano sostanza, peso, energia, e l’interpretazione generosa e adrenalinica di Daniele Russo (accompagnato da una validissima compagnia) come Alex fa da perno per tutta la durata, un ora e trenta minuti serrati, della sua performance. Serpentino, agile, dinamico con un ghigno infernale che mette i brividi, l’attore ha il fisico del ruolo per affrontare egregiamente il personaggio. La violenza che abbonda in scena è sempre – ottimo espediente registico – scomposta fra azione e reazione, c’è ma è percepita, raccontata come efficace effetto straniante piuttosto che fisico. E come accadeva nel 1990 per la versione della Royal Shakespeare Company in cui le musiche erano state composte da The Edge e Bono degli U2 e la regia di Ron Daniels, poi riproposte in Italia per l’edizione con la traduzione di Enzo Moscato e la regia di Cherif, anche in questo caso a cimentarsi per la partitura drammaturgico/musicale collabora il genio stravagante di Morgan (al secolo Marco Castoldi), che è supporto fondamentale alla riuscita dello spettacolo. Bellissime anche le scene di Roberto Crea tutte giocate sul contrasto accecante fra nero e bianco, con qualche spruzzo di giallo forte a simbologia di quella nuova vita che aspetta Alex? Vale la pena andare a controllare di persona.

ARANCIA MECCANICA di Anthony Burgess

con Daniele Russo, Sebastiano Gavasso, Alessio Piazza, Alfredo Angelici, Martina Galletta, Paola Sambo, Bruno Tramice

scene Roberto Crea

costumi Chiara Aversano

musiche Morgan

regia Gabriele Russo

produzione teatro Bellini/Fondazione Teatro di Napoli

Teatro Eliseo, Roma fino al 15 maggio

 

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