Sbarca in Italia la formula dell'anticafè. Paghi il tempo di permanenza, ma non ciò che consumi.
Anticafè – La formula dell’anticafè sbarca in Italia. Apre a Roma in via Veio 4b (zona piazza San Giovanni) il primo centro in Italia. Di cosa si tratta? L’anticafé è un luogo di ritrovo, che sovverte il concetto di bar. Non c’è un menù, non ci sono camerieri e non paghi per ciò che consumi. Il pagamento è relativo al tempo di permanenza nel locale. Inaugurato il 20 giugno, ha suscitato una grande curiosità, soprattutto nei giovani. Sul sito si legge: “Anticafè è uno spazio di condivisione pensato sia per il lavoro che per il divertimento. Qui ci si sente a casa! Venite da noi per lavorare al vostro progetto, preparare gli esami, portare avanti il vostro start up o trovare nuovi collaboratori da unire alla vostra squadra, chiacchierare con gli amici o giocare ai giochi da tavolo. Abbiamo uno spazio dedicato a ognuna di queste attività!”
Servizi e costi – Il primo anticafè romano offre un buffet illimitato di dolci, snack, stuzzichini e bevande calde e fredde. Oltre che considerarlo un punto di ritrovo, è anche un locale in cui è possibile studiare in tranquillità, lavorare o dedicarsi ad una sana lettura. Il centro mette a disposizione dei clienti una stampante, uno scanner, un videoproiettore, prese elettriche e ovviamente il collegamento ad internet. Prezzi? € 4,00 per la prima ora, € 3,00 per l’ora successiva.
L’origine – Nonostante l’anticafè sia un idea giovane, recente, è difficile stabilirne la reale origine. Pare sia d’ispirazione russa. Nel 2010 un giovane scrittore, Ivan Mitin, aprì a Mosca il locale ‘La casa sull’albero’. I ‘clienti’ potevano fermarsi anche un’intera giornata a leggere un libro o semplicemente a chiacchierare sorseggiando una bevanda. All’uscita si chiedeva un’offerta libera per poter mandare avanti il locale, ma la somma raccolta spesso non era sufficiente a coprire le spese. Il giovane non si arrese e nel 2012 inaugurò il primo ‘Ziferblat’ (quadrante, ndr) introducendo la formula del pagamento a tempo. L’idea ebbe un grande successo e si diffuse anche in Inghilterra e in Francia.
Il termine – Il termine anticafé però non è attribuito a Mitin, che ama definire questi luoghi come ‘spazi aperti’, considerandoli come ‘Live Social Network’. La parola deriva dai concorrenti di Mitin, che sull’onda del successo del primo Ziferblat hanno aperto ‘Babochki’ (farfalle, ndr).
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