Anoressia: carcere per chi istiga

Anoressia: carcere per chi istiga

Carcere per chi istiga ai disturbi alimentari.

I siti che incitano all’anoressia- Si chiamano Pro Ana e Pro Mia e sono i siti web all’interno dei quali si incita all’anoressia. Si tratta in genere di blog che fungono da luogo di ritrovo per ragazze e ragazzi i quali ritengono che l’anoressia non sia un male da combattere ma una vera e propria “filosofia di vita”. In questi siti, generalmente gestiti proprio da ragazze anoressiche, la magrezza viene presentata come mito raggiungere e come incontestabile sinonimo di bellezza. Sono spesso presenti gallerie fotografiche, che hanno l’obiettivo di “ispirare” gli utenti che intendono seguire questa “filosofia”, e persino un elenco di regole, quasi “comandamenti”, da seguire per ottenere dalla bilancia il “giusto” risultato.

Anoressia

La proposta di legge- Michela Marzano, deputata del PD, è la prima firmataria del 580-bis del codice penale, un’estensione del reato di incitamento al suicidio. La proposta di legge prevede il carcere per chi gestisce blog che istigano all’anoressia e alla bulimia. La Marzano è docente di Filosofia morale in un’università parigina ed è anche autrice di diverse pubblicazioni, fra cui “Volevo essere una farfalla”, storia della sua battaglia personale contro l’anoressia. La deputata sostiene che in Italia non esistano linee guida sul fenomeno dei siti Pro Ana e Pro Mia e che non ci siano misure concrete per fermarlo. Definisce la proposta di legge “doverosa” e aggiunge che una legge simile sta per essere discussa al Senato francese. La proposta è bipartisan, in quanto firmata anche da Paola Binetti (Per l’Italia), Mara Carfagna (Forza Italia) e Mariastella Gelmini (Forza Italia) e prevede anche iniziative per migliorare l’educazione sanitaria e alimentare, la preparazione del personale sanitario e scolastico, la promozione delle diagnosi precoci e costerà in tutto ai cittadini 3 milioni di euro (per gli anni 2014, 2015 e 2016).

 Reazioni- La filosofa e giornalista Chiara Lalli definisce “assurda” la proposta di legge, sostenendo che non si possa arginare il problema dei disturbi alimentari con il carcere, e ribadendo che invece di punire chi gestisce i siti Pro Ana e Pro Mia si dovrebbe tentare di intercettare il loro malessere proprio attraverso la rete, in modo da poterle aiutare. La giornalista Angela Azzaro ritiene inoltre che non si possa trovare un unico colpevole per i disturbi alimentari e che le cause di questo fenomeno vanno ricercate nei modelli di bellezza proposti dai media e nei drammi privati dei singoli individui.

COMMENTI

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    […] valorizzazione della magrezza eccessiva”, poiché sostiene che esistano alcuni siti internet (leggi qui) che inneggiano all’anoressia: “Questi siti spiegano alle ragazze di 12-13 anni che bisogna […]