Anna Politkovskaja, vita e morte di una giornalista

Anna Politkovskaja, vita e morte di una giornalista

Sette anni fa, il 7 ottobre del 2006, veniva uccisa a Mosca Anna Politkovskaja, giornalista russa conosciuta per i suoi reportage dalla Cecenia e per la sua opposizione a Vladimir Putin, allora Presidente della Federazione Russa. Negli articoli pubblicati per il quotidiano russo Novaja Gazeta la Politkovskaja condannava apertamente l'Esercito e il Governo russo per le violazioni dei diritti umani e dello stato di diritto operati sia in Russia che in Cecenia. I mandanti dell'omicidio sono tuttora sconosciuti.

Sette anni fa, il 7 ottobre del 2006, veniva uccisa a Mosca Anna Politkovskaja, giornalista russa conosciuta soprattutto per i suoi reportage dalla Cecenia e per la sua opposizione a Vladimir Putin, allora Presidente della Federazione Russa.

Negli articoli pubblicati per Novaja Gazeta, quotidiano russo di ispirazione liberale, la Politkovskaja condannava apertamente l’Esercito e il Governo russo per le violazioni dei diritti umani e dello stato di diritto operati sia in Russia che in Cecenia. In quest’ultima, regione autonoma della Federazione Russa, si è combattuta infatti, fino al 2006, una feroce guerra civile fra gli indipendentisti locali, che volevano la secessione, e l’esercito russo guidato dal governo di Putin.

Dopo le diverse minacce subite, il 7 ottobre 2006 Anna Politkovskaja veniva assassinata nell’ascensore del suo palazzo, mentre rientrava in casa. La sua morte fu subito considerata da molti un omicidio compiuto da un killer a contratto, e produsse immediatamente una mobilitazione dell’opinione pubblica in Russia e nel resto del mondo, che spingeva per chiarire le circostanze e soprattutto i mandanti dell’omicidio.

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LA VITAAnna Stepanovna Politkovskaja era nata il 30 agosto 1958 a New York, con il nome di Anna Mazepa; i suoi genitori erano due diplomatici sovietici di nazionalità ucraina di stanza all’ONU. Aveva studiato giornalismo all’Università di Mosca e si era laureata nel 1980 con una tesi sulla poetessa Marina Cvetaeva. Aveva iniziato a lavorare nell’’82, prima per il giornale moscovita Izvestija, poi all’Obščaja Gazeta, collaborando contemporaneamente con diverse radio e Tv libere. Nel 1998, dopo la prima guerra cecena (1991-96), era andata per la prima volta nella regione del Caucaso per intervistare Aslan Maskhadov, che era stato appena eletto Presidente di Cecenia.

Dal giugno 1999 aveva cominciato a lavorare per la Novaja Gazeta, e aveva pubblicato libri fortemente critici su Vladimir Putin e sulla sua conduzione della guerra in Cecenia, Daghestan ed Inguscezia, tanto da essere più volte minacciata di morte. Nel 2001, ad esempio, fuggì a Vienna dopo ripetute minacce via e-mail da Sergei Lapin, un ufficiale dell’OMON, Unità speciali antiterrorismo della polizia russa, che la giornalista aveva accusato di crimini contro la popolazione civile in Cecenia. Arrestato e poi rilasciato nel 2002, Lapin fu poi condannato nel 2005 per abusi e maltrattamenti aggravati su un civile ceceno e per falsificazione di documenti.

Nel frattempo, Anna continuava ad andare spesso in Cecenia, a visitare ospedali e campi profughi e intervistare sia militari russi che i civili ceceni. Nei suoi reportage, criticava ferocemente l’operato dell’esercito russo nella regione, gli abusi sulla popolazione civile, i silenzi e le probabili connivenze degli ultimi due Primi Ministri ceceni, Akhmad Kadyrov e suo figlio Ramsan, sostenuti dal governo di Mosca. Si era conquistata anche un ruolo di “negoziatrice privilegiata” dalla guerriglia, e fu tra le personalità scelte per condurre le trattative durante il sequestro del Teatro Dubrovka, dove, fra il 23 e il 26 ottobre 2002, 40 militanti armati ceceni tennero in ostaggio circa 850 civili.

Nel 2003 pubblicò il terzo libro, A Small Corner of Hell: Dispatches From Chechnya (pubblicato in Italia con il titolo Cecenia, il disonore russo), in cui denunciava torture e uccisioni di migliaia di cittadini innocenti da parte delle autorità federali russe o dalle forze cecene. Nel settembre 2004 venne colpita da un malore mentre stava andando a Beslan durante il sequestro della scuola con circa 1200 ostaggi, che si sarebbe concluso con una strage di centinaia di persone, fra cui 186 bambini.  L’aereo dovette tornare indietro per permettere il suo immediato ricovero: le dinamiche dell’episodio non sono mai state chiarite, ma si è ipotizzato un avvelenamento.

L’OMICIDIO – Il 7 ottobre 2006 Anna Politkovskaja venne trovata morta nell’ascensore del suo palazzo a Mosca, accanto a una pistola Makarov PM e quattro bossoli. Si pensò subito a un omicidio premeditato eseguito da un killer a contratto: ancora oggi il mandante è sconosciuto, anche se naturalmente, si parla in via non ufficiale dello stesso Vladimir Putin. Secondo alcune fonti dei servizi segreti, la giornalista era su una lista di persone scomode da eliminare, insieme ad Alexander Litvinenko e Boris Berezovski, poi effettivamente uccisi in circostanze oscure, ed altri persone che oggi sono sotto protezione in Europa.

Il 9 ottobre l’editore della Novaja Gazeta rivelò che Anna Politkovskaja stava per pubblicare, nel giorno in cui è stata uccisa, un lungo articolo sulle torture commesse dalle forze di sicurezza cecene legate al Primo Ministro Ramsan Kadyrov; nello stesso giorno furono pubblicati sul giornale gli appunti non ancora sequestrati.

Il 10 ottobre si svolsero a Mosca i funerali della giornalista, a cui parteciparono più di mille persone, fra cui, unico politico italiano, il leader radicale Marco Pannella, amico di Anna Politkovskaja. Non partecipò, invece, nessun rappresentante del governo russo.

Nel dicembre 2005, durante una conferenza di Reporter Senza Frontiere a Vienna, Anna aveva denunciato: «Certe volte, le persone pagano con la vita il fatto di dire ad alta voce ciò che pensano. Infatti, una persona può perfino essere uccisa semplicemente per avermi dato un’informazione. Non sono la sola ad essere in pericolo e ho esempi che lo possono provare».

Gli articoli di Anna Politkovskaja pubblicati sull’Internazionale: http://www.internazionale.it/opinioni/anna-politkovskaja/

COMMENTI

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    […] Ulteriori approfondimenti sulla vita e la morte della giornalista di Novaja Gazeta potete trovarli al seguente link: https://www.femaleworld.it/donne-postmoderne/anna-politkovskaja-vita-e-morte-di-una-giornalista/ […]

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