Amedeo Modigliani in mostra a Pisa

Amedeo Modigliani in mostra a Pisa

Il pittore livornese torna a casa con i suoi enigmatici capolavori, tra dipinti, sculture e disegni

Modì al Palazzo Blu di Pisa- Fino al 15 febbraio 2015 Pisa ospita presso la Fondazione Palazzo Blu, una delle mostre più interessanti di questo autunno-inverno: Amedeo Modigliani et ses amis. Amedeo, chiamato da tutti Modì, nacque Livorno nel 1884 e rappresenta l’ emblema dell’artista maledetto di grandissimo talento ma da una vita trascorsa tra gli eccessi di alcool, droghe e amori tormentati. Il percorso espositivo si inaugura con il periodo italiano dedicato alla pittura di paesaggio, Parigi e la comunità bohemien, l’incontro col cubismo e la scultura di Brancusi fino alla tragica fine. Infatti saranno esposte circa 100 opere tra cui 70 provenienti dal Centre Pompidou di Parigi e 30 da collezioni pubbliche e private sia italiane che straniere, degni di nota sono cinque opere prestate dalla collezione Jean Walter e Paul Guillaume provenienti dal Musée de l’Orangerie di Parigi.

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Le opere esposte, tra dipinti e sculture- La mostra, curata da Jean Michel Bouhours, si snoda in diverse sezioni che ripercorrono la vita artistica Modigliani fin dagli esordi come Piccola strada di campagna (1898) dove è chiara l’influenza dei Macchialioli. Del periodo parigino è possibile ammirare Ritratto di Maurice Drouard e La Mendicante (1909), per poi giungere alle sculture femminili “brancusiane” come Il tempo del piacere. I capolavori che caratterizzano lo stile di Modigliani: colli allungati e occhi privi di pupille e ne sono un esempio quelli realizzati all’amata Jeanne Hebuterne (1918) e Nudo sdraiato (1917). Arricchiscono la mostra il carnet con preziosissimi disegni, documenti, istallazioni e opere degli amici artisti come Soutine e Picasso.

I falsi livornesi- Per comprendere meglio il genio di Modì, contemporaneamente alla mostra di Palazzo Blu, presso il Museo Nazionale di San Matteo, ci sarà l’esposizione I Falsi di Modigliani, curata da Paola Raffaella David e Dario Metteoni. Qui sarà possibile infatti ammirare le tre celeberrime Teste ritrovate nei Fossi Medicei nell’estate del 1984. Le opere vennero scolpite da goliardici studenti livornesi e furono invece erroneamente attribuite a Modì. La notizia fece tremare l’interno mondo della critica d’arte, primo fra tutti Carlo Giulio Argan, che si dovette ricredere sulla dogmaticità dell’attribuzione artistica. Tutto nasce da una leggenda secondo cui Modigliani, tornato a Livorno nei primi anni del Novecento, non convinto dalle sue opere ancora in stato di bozza, le gettò nel fiume.

Luciana Travierso

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