Il collasso del polmone verde
Il caso – L’ Ammazzonia rischia molto. L’uomo rischia molto. L’ Amazzonia è minacciata e deturpata dalle trivellazioni. Perché? Per rispondere alle necessità impellenti del mercato, di un mercato che continua a puntare sullo sfruttamento di risorse non ecosostenibili; ancora sono le risorse decisamente non rinnovabili quelle che tirano l’economia. Il caso recente dell’ Amazzonia è eloquente: le trivellazioni sono dovute alla ricerca di petrolio. L’oro nero per l’oro verde. Il profitto immediato per la possibilità di futuro. L’uomo punta come al solito al presente. All’esigenza delle tasche. E’ emerso recentemente che l’Ecuador sta mettendo all’asta milioni di ettari di foresta amazzonica da dare in pasto alle trivelle.
Il problema ambientale – L’ Amazzonia, è noto, è il polmone verde del Pianeta. Le trivellazioni in questa parte del mondo metterebbero a rischio uno dei massimi centri di biodiversità e ricchezza per il futuro della Terra. Quando pensiamo all’ Amazzonia ci vengono in mente le foreste. Ma non andiamo oltre, non facciamo fare al nostro cervello il passo successivo. La foresta è fondamentale per la tutela del clima dell’intero Pianeta. Oltretutto come afferma il WWF, le foreste dell’ Amazzonia dipendono da un clima che è preservato da loro stesse in un sorta di circolo virtuoso. Il disboscamento comporterà un impoverimento del suolo con conseguente desertificazione e incapacità da parte del terreno di trattenere le riserve idriche necessarie.
Il problema umano – Oltre al problema ambientale, le trivellazioni dell’ Amazzonia sono un grave problema per le popolazioni locali. Queste vivono, infatti, in un rapporto di strettissima interdipendenza con la foresta. In Ecuador le popolazioni locali sono state tradite. Sono state tradite dal governo. Come è possibile? Semplice: il governo ha giustificato le sue scelte sostenedo che per le popolazioni povere come quelle degli Achuar, le trivellazioni petrolifere rappresenteranno un miglioramento delle condizioni di vita. Giustificando la scelta di aprire le trivellazioni nel paese, di vendere le terre dell’ Amazzonia, si è giustificato il danno ambientale. Si è pulita la coscienza. Gli Achuar tuttavia non sentono la necessità di vedere le proprie foreste devastate dalle trivelle. Non avevano la necessità di ricavare petrolio dal sottosuolo. La natura offriva loro tutto ciò di cui hanno sempre avuto bisogno. Strano che gli interessi del governo non coincidano con quelli della popolazione locale.
COMMENTI
[…] è infatti uno dei maggiori rischi che minacciano le foreste del mondo (per saperne di più leggi qui) e i danni arrecati al pianeta si ripercuotono, come una reazione a catena, anche su terreno, falde […]
[…] parte della foresta amazzonica che negli ultimi anni è andata incontro a forti attività di disboscamento (circa 750 mila km2 di foresta sono stati rasi al suolo) per la realizzazione di nuovi spazi da […]