Alice Munro e i suoi racconti: un viaggio misterioso e introspettivo

Alice Munro e i suoi racconti: un viaggio misterioso e introspettivo

I racconti di Alice Munro sono un viaggio misterioso e introspettivo che conduce il lettore all'incontro con se stesso.

Alice Munro, la ‘Čechov canadese’ – “Alice Munro è una dei pochi scrittori a cui penso quando dico che la letteratura è la mia religione” (Jonathan Franzen). Dalla scrittura raffinata e intensa, Alice Munro irrompe sulla scena mondiale vincendoil premio Nobel per la Letteratura 2013. La critica l’ha definita la ‘Čechov canadese’, all’altezza del maestro per indimenticabile lirismo e generosa saggezza. Le sue storie trattano di legami indissolubili, di intrecci familiari, di temi introspettivi che conducono il lettore in un viaggio misterioso, pieno di luci e ombre, il cui punto di fuga porta all’incontro con se stesso.

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I suoi racconti: un viaggio misterioso e introspettivo – Il New York Times parla di “una scrittura che conosce a fondo l’oggetto e il movimento del sentire umano, l’annodarsi del reale e il dipanarsi delle sue implicazioni”, grazie al potere evocativo della parola, strumento di comunicazione di cui l’avido lettore si nutre. Da Danza delle ombre felici a Troppa felicità a Chi ti credi di essere?, i racconti di Alice Munro vivono di aspre melodie, di delitti e malattie, di angosce gravose, di esperienze inquietanti, per approdare poi alla consapevolezza che il male non è altro che una banalità dalla quale la natura umana si lascia continuamente trascinare. È come se queste storie volessero far percorrere al lettore un sentiero tortuoso.

viaggio introspettivo

Un continuo scavare nei meandri dell’animo umano – Il lettore si trova così a dover camminare su un filo spinato che incide le sue piaghe, attraversando l’iter introspettivo della sua vita, guidato abilmente dalle taglienti parole che la scrittrice gli ha riserbato. È un continuo scavare nei meandri dell’animo umano. E la straordinaria capacità di Alice Munro è quella di riuscire a toccare le note dolenti, quelle celate dietro un’apparente compostezza, e farle emergere dall’humus non senza incisioni, ma anzi rigando continuamente le pareti della sensibilità.

Citando Hermann Hesse,  “La vita di ogni uomo è una via verso se stesso, il tentativo di una via, l’accenno di un sentiero”.

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