L'unica strada per arginare l'Aids è la prevenzione, oggi infatti non si è ancora abbastanza in guardia e il numero di infezioni non accenna a diminuire, anzi. È necessaria maggiore consapevolezze e attenzione per le terapie preventive, che possono controllare il decorso della malattia e arginare il contagio.
L’ Aids fa ancora molta paura e nella Giornata Mondiale di Lotta contro l’Aids la preoccupazione si risveglia ed è tanta. A fronte dei dati raccolti nel 2014 la situazione non fa sperare per il meglio. Nei paesi africani l’ Aids è ancora la prima causa di morte tra i bambini al di sotto dei 15 anni e tra gli adolescenti, questo perché solo uno su tre dei giovani che contrae l’Hiv ha accesso alle cure.
PREVENZIONE INSUFFICIENTE ANCHE IN ITALIA – Secondo l’Istituto superiore di Sanità sono 3.695 le persone che nel 2014 hanno contratto il virus dell’Hiv, dato che non riscontra alcun miglioramento rispetto agli anni precedenti. Questo vuol dire che la prevenzione non è efficace, che non c’è consapevolezza specialmente per quanto riguarda i giovani: a scoprire di essere sieropositivi sono per la maggior parte giovani tra i 25 e i 29 anni che nell’80% dei casi hanno contratto il virus a causa di rapporti sessuali non protetti. Neppure il resto dell’Europa rivela dati più confortanti: la Regione Europea (secondo quella che è la suddivisione dell’Organizzazione mondiale della sanità) ha addirittura registrato un numero di nuove infezioni più alto rispetto al primo periodo di diffusione della malattia, cioè gli anni ’80.
“TEST AND TREAT”: LA PREVENZIONE È TUTTO – Il modo migliore per affrontare l’ Aids è la prevenzione. A quanto pare l’uso del preservativo purtroppo non è ancora dato per scontato, ma non solo, molti sieropositivi non sanno di esserlo, quindi la prevenzione manca anche nei controlli. Una volta scoperta la sieropositività infatti si è in tempo per intervenire con i giusti trattamenti e per fare in modo che la trasmissione dell’infezione sia arginata e che il suo sviluppo nel paziente sia controllato. In Italia si comincia a parlare anche di PrEp, la profilassi pre-esposizione, adottata nel 2012 negli Stati Uniti e da pochi giorni autorizzata anche dalla Francia. L’utilizzo del farmaco Truvada fa discutere sia per i costi che per la possibilità che la presenza di tale trattamento farmacologico porti ad un utilizzo ancor meno diffuso del preservativo, che resta comunque il miglior strumento di prevenzione. È anche vero però che potrebbe trattarsi di una vera svolta per quelle coppie stabili in cui uno solo è sieropositivo, che con questo tipo di terapia potrebbero acquistare una maggiore serenità. Staremo a vedere.
Credits Rowan Pybus
Chiara Di Macco
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