Philip Seymour Hoffman era ironico, attento e caustico,un trasformista e come molti colleghi lo hanno definito, uno dei migliori attori contemporanei...
Nessun preavviso – Ieri notte, un po’ dovunque, sui social network, alla radio, nelle pagine web delle testate giornalistiche, è apparsa una notizia inaspettata. A dare la notizia è stato il Wall Street Journal, l’attore Philip Seymour Hoffman è stato trovato a Manhattan, nel suo appartamento, steso in bagno con l’ago ancora nel braccio. Muore di overdose a 46 anni, lasciando la moglie e i tre figli. A trovarlo è stato lo sceneggiatore David Katz, preoccupato della scomparsa di Philip, i due stavano collaborando in un progetto. L’attore, dopo 23 anni pulito aveva avuto nel 2012 una ricaduta con l’eroina, era andato in riabilitazione, e pareva fosse uscito soddisfatto dalla clinica.
Più che una star – “Oggi siamo travolti dalle informazioni: tutti aprono bocca e dicono qualsiasi cosa, in qualunque modo. A me interessa altro: la verità. E’ quella che cerco in un film. E pazienza se le storie sono sempre le stesse, pazienza se cambiano solo i modi di raccontarle: a me importa solo che quando pronuncio una battuta non sia di carta. Ma vera”. Philip non era una star, non ci si sentiva e storceva il naso quando lo definivano così. Era ironico, attento e caustico,un trasformista e come molti colleghi lo hanno definito, uno dei migliori attori contemporanei.
Il trasformista – La metamorfosi che lo vede vestire i panni di Truman Capote gli vale un Oscar, ma è solo una delle brillanti performance che ci ha regalato. Come non amarlo nel celebre monologo di I love radio rock, o come non accorgersi di quello spiccato talento e acume ne Le idi di marzo? Mai identico, mai soddisfatto, incarna personaggi distanti riuscendo a far percepire il loro spessore a tutto il pubblico. Continuando indietro nel tempo, pare impossibile dimenticare quella sua risata in Il grande Lebowsky, la pellicola dei Coen che lo lancia nel mondo dello spettacolo, mondo che successivamente lo consacrerà come uno dei suoi mostri sacri. Di fronte alla sua abitazione si riuniscono fans e vicini, sui social network, colleghi estimatori dei suo lavoro lo celebrano, mentre Hollywood dice addio a uno dei suoi grandi figli.
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