Aborto selettivo, la realtà indiana

Aborto selettivo, la realtà indiana

Non solo femminicidi e stupri, anche l'aborto selettivo è una pratica diffusa in India. Il primo ministro Narendra Modi e la Corte Suprema si sono attivati per tentare di risolvere il problema.

L’aborto selettivo – In India, ogni giorno, 2mila gravidanze vengono interrotte mediante l’aborto. La brutalità di questo dato si affianca a delle pratiche diffuse nella cultura indiana, ben lontane dalla concezione di un mondo moderno. Oltre alla discriminazione della donna adulta, ben nota ed evidente, che emerge dagli innumerevoli fatti di cronaca che trattano di femminicidi e stupri, esiste anche la pratica degli aborti selettivi. Sono circa 70 i villaggi indiani in cui non nascono bambine da molti anni. Il fatto è di per sé agghiacciante. Il presidente dell’Ufficio per le donne della Conferenza episcopale dell’India, Jacob Mar Barnabas, ha parlato ad Asianews dicendo: “La Conferenza episcopale cerca da sempre di affrontare il problema da più angolazioni. Noi cerchiamo di aiutare tutte le donne indiane, non solo quelle cattoliche, ad avere coscienza di sé e a emanciparsi, affinché la società comprenda il vero valore di una bambina. È un cammino lungo, ma stiamo migliorando. Anche le autorità indiane sembrano essersi accorte del problema e vogliono fare la loro parte”.

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Le azioni di Modi e della Corte Suprema – Questa catena di problematiche che affligge l’India ha un fondamento culturale e la risoluzione purtroppo non è immediata. La Corte Suprema indiana tenta di arginare il problema con una decisione che agisce da un punto di vista parallelo: ha intimato a Microsoft, Yahoo e a Google di bloccare tutte le pubblicità sui test che svelano il sesso del nascituro. Nonostante questo tipo di esami sia illegale in India dal 1994, queste pratiche sono largamente diffuse. Narendra Modi, primo ministro indiano, ha promosso due programmi di sensibilizzazione: “Salva la bambina, educa la bambina”, che punta al miglioramento dei servizi per il benessere femminile e all’educazione del popolo sul valore della donna e“Schema per la prosperità della bambina”, il quale entra nel campo finanziario introducendo dei tassi agevolati per i conti correnti aperti dai genitori e intestati alle bambine sotto i dieci anni.

Le “missing girls” – L’aborto selettivo ha sostituito in parte, negli ultimi anni, le pratiche di infanticidio e abbandono delle figlie femmine. Secondo i dati di una ricerca del maggio scorso condotta dal professor Rajesh Kumar, della PGI School of Public Health di Chandigarh, e dal professor Prabhat Jha della University of Toronto, negli ultimi trent’anni (1980 al 2010) il numero di aborti di feti femminili va dai 4,2 ai 12,1 milioni. Questo fenomeno ha generato il termine “missing girls”, il cui numero, in un periodo compreso tra 2000 e il 2010, oscilla tra i tre e i sei milioni.

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