Approvato il 13 marzo in Michigan l'Abortion Insurance Opt-Out Act: i costi per le spese relative all'aborto sono a carico delle donne, anche se vittime di stupro.
Di cosa di stratta? – E’ stato approvato giovedì 13 marzo, in Michigan, l’Abortion Insurance Opt-Out Act, un provvedimento che non prevede il rimborso di spese mediche in caso di aborto. Per qualsiasi motivo si voglia abortire si deve provvedere ad una copertura assicurativa apposita, o pagare di tasca propria. Il problema riguarda proprio i costi: negli Stati Uniti le spese per l’aborto senza assicurazione oscillano da un minimo di 500 dollari, ad un massimo di 10 mila(se si necessita di intervento medico). Questa ‘misura’ è stata proposta dai repubblicani al governo ed è causa di indignazione per le donne di tutto lo Stato.
Qualche considerazione – “Tra di noi lo chiamiamo “assicurazione sullo stupro”. Perché non ci lasciano decidere cosa fare del nostro corpo? L’aborto non dovrebbe essere un diritto? Mi fa arrabbiare pensare che opinioni personali e credi religiosi interferiscano con la mia libertà di curarmi e decidere sulla mia vita. Io, questa, la chiamo discriminazione”. A parlare è Lauren, una laureata 29enne in cerca di lavoro e aggiunge: “Sono arrabbiatissima. L’Abortion Insurance Opt-Out Act è maschilista e vergognoso. Se uscendo dal supermercato mi stuprassero e rimanessi incinta, di sicuro vorrei abortire, ma avrei difficoltà a trovare i soldi necessari per pagare le spese. Anche io faccio parte di quelle migliaia di donne che da oggi non hanno copertura assicurativa in caso di aborto, ed essendo alla ricerca di un lavoro “stabile”, dovrei chiedere aiuto a qualcuno. Se una donna sceglie di abortire, per qualsiasi ragione (per una storia andata male o perché non si sente pronta di avere un figlio), deve pagare. Il punto è uno solo: non vogliono che si abortisca. La cosa assurda è che ho appena chiamato la mia assicurazione, e ho scoperto che nel mio caso non posso nemmeno chiedere la copertura aggiuntiva: sono costretta a pagare tutto da sola.”
Un’occhiata alla legge – L’interruzione volontaria di gravidanza (IGV) negli Stati Uniti fu concessa per la prima volta dalla Corte Suprema nel 1973, ma già negli anni ’60 l’aborto era largamente praticato anche se illegale. La sentenza del caso sopracitato non fu emessa in tempo utile per consentire l’aborto alla donna, Norma McCorvey, che in seguito lottò a lungo per perorare la causa.
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