Essere uomo o donna non fa differenza. È alla “persona umana” che devono essere riconosciuti i diritti.
10 dicembre 1948, Dichiarazione Universale dei Diritti Umani – Il 10 dicembre 1948 veniva firmata a Parigi la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Di risonanza mondiale in quanto concepita dopo la fine della Seconda guerra, essa è la prova tangibile del riconoscimento dei diritti che spettano alla persona umana. L’inviolabilità dell’individuo, dunque, viene sancita da un codice che trae esigenza da un lungo periodo di crimini e genocidi, e che trova piena validità all’interno dei Paesi membri dell’ONU, società nata nel 1946. La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è il coronamento etico dei principi che hanno ispirato quei documenti sui diritti sorti durante la Rivoluzione francese.
La Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, Olympe de Gouges – Del 1791 è la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, nata come completamento della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789 che stilava un elenco dei diritti appartenenti al cittadino maschio. Ravvisata questa esplicita discriminazione, la letterata francese Olympe de Gouges decise di redigere un testo giuridico affermando che “la donna nasce libera e ha eguali diritti all’uomo”. Sull’onta della Rivoluzione francese che affermava i principi di fratellanza, libertà e uguaglianza, la scrittrice si rivolgeva agli uomini invitandoli ad osservare come tutto il genere umano cooperi assieme per il bene comune, come il principio di sovranità risieda nella nazione (e non nell’autorità maschile) che è esplicazione della collaborazione tra uomo e donna, come la legge sia l’espressione della volontà generale di ogni Cittadina e di ogni Cittadino, come la donna sia non solo una moglie e una madre ma anche una mente pensante, attiva nella società e utile ad essa.
Un disegno di uguaglianza – La voce singola di Olympe de Gouges fu stroncata dalla condanna alla ghigliottina, ma i contenuti che ella pose sotto gli occhi di tutti trovarono efficacia nei numerosi movimenti femministi formatisi per affermare la dignità della donna. Purtroppo, ancora oggi, il suo disegno di uguaglianza non è stato abbracciato dall’intera comunità mondiale e continuano ad esserci donne che muoiono per la difesa dei propri diritti. Quanto ancora bisogna lottare perché l’uomo concepisca la parità con la donna? Quante voci ancora devono essere soffocate e represse nel sangue per l’ignoranza comune?
Essere uomo o donna non fa differenza. È alla “persona umana” che devono essere riconosciuti i diritti.
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